Aveva solo 6 anni quando, nel 2009, nascondeva le armi del papà ai carabinieri: il bimbo, secondo quanto emerge dalle intercettazioni nell’ordinanza che ieri ha portato in carcere cinque esponenti del clan Ascione-Papale, si occupava di nascondere le pistole in casa quando c’erano perquisizioni. 

In un dialogo, riportato dal quotidiano “Il Mattino” emerge addirittura che il piccolo maneggiava un kalashnikov e, quando il papà gli chiede quale sia il rumore della mitragliatrice russa, il piccolo strilla contento: “Ta-ta-ta-ta” e mima il gesto di prendere la mira. La madre, mostrandosi da un lato preoccupata, dall’altro “orgogliosa” del fatto che suo figlio benché così piccolo mostri già tanta scaltrezza al cospetto dei militari dell’Arma, racconta ciò che il figlio combina durante un colloquio in carcere.

Ai cinque arrestati, tra cui il padre del bambino, la Direzione distrettuale antimafia di Napoli contesta i reati di associazione di tipo mafioso e, a vario titolo, estorsione e violazione alla legge sulle armi aggravati dal metodo mafioso. Nella zona di Ercolano e Torre del Greco il clan Ascione-Papale si contrappone a quello Iacomino-Birra.  Uno dei destinatari dell’ordinanza di custodi cautelare è stato catturato a Fuengirola, nella Spagna meridionale: si tratta del contabile del clan Ascione-Papale: gestiva la ‘cassa’ comune dell’organizzazione e provvedeva al pagamento degli stipendi in favore dei carcerati e delle loro famiglie. A due degli indagati è stata contestata un’estorsione ai danni di un supermercato di Ercolano, il cui titolare fu costretto a pagare una somma di denaro quale tangente per le festività di Pasqua 2008

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