Alla fine l’accordo tra Fiom e Fiat è arrivato: i 19 delegati di Pomigliano rientreranno tutti in fabbrica. A dare l’annuncio è Maurizio Landini, segretario generale dei metalmeccanici Cgil, che parla di “un fatto importante e positivo”. “Consideriamo risolto e concluso il contenzioso giudiziario”, spiega. Un segnale importante verso nuove relazioni sindacali anche se altre vertenze giudiziarie messe in campo dalla Fiom restano ancora aperte. L’intesa riguarda solo una piccola parte dei 145 operai che, secondo il tribunale di Roma, dovevano essere reintegrati nella fabbrica campana per risolvere il problema della discriminazione nei confronti della Fiom. Nell’ultima udienza i giudici avevano sollecitato le parti a trovare un’intesa. Il reinserimento al lavoro avverrà nelle prossime settimane e si concluderà nei primi giorni di settembre. “Rientriamo dalla porta principale – il sentimento comune dei 19 – senza aver firmato gli accordi sottoscritti dagli altri: torniamo ma con le ‘mani libere'”.
“Vogliamo aprire un nuovo capitolo delle relazioni industriali in tutto il gruppo Fiat e superare le discriminazione che ancora sussistono visto che ci sono tavoli separati”, afferma Landini che chiede a Fim e Uilm assemblee unitarie e la rielezione generalizzata delle rappresentanze sindacali. “Vogliamo tornare a essere un soggetto contrattuale al pari delle altre organizzazioni sindacali. Un’occasione d’oro è la trattativa sulla parte economica del contratto”, sostiene Michele De Palma, coordinatore Fiat della Fiom. Gli altri sindacati respingono però al mittente la richiesta. “La Fiom sa benissimo che abbiamo fatto una trattativa per rinnovare un contratto che loro non hanno sottoscritto”, replica Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim. “E’ una richiesta insensata, contraddittoria, inaccettabile. Se vogliono trattare insieme agli altri sindacati – afferma Rocco Palombella, numero uno della Uilm – compiano l’unico atto possibile: firmare il contratto specifico con il Gruppo automobilistico”.
Landini dà un giudizio negativo sugli aumenti proposti dalla Fiat per il rinnovo del contratto dei lavoratori del gruppo: “Fiat ha offerto solo 15 euro lordi al mese di una tantum – afferma -, e quello che sta succedendo è che il salario Fiat è già ora più basso di quello del contratto nazionale dei metalmeccanici”. “Il problema che resta aperto alla Fiat è l’esclusione della nostra organizzazione”, afferma il segretario della Cgil Susanna Camusso. Non ci sarà più alla Maserati lo sciopero annunciato per venerdì da FIm, Uilm e Ugl torinesi: azienda e sindacati hanno trovato un accordo sui turni a affronteranno entro tre settimane il capitolo ferie, mentre a Grugliasco arriveranno altri 500 lavoratori di Mirafiori in cassa integrazione.
Palpabile la gioia degli operai. “Sono contentissimo per questo – afferma Sebastiano d’Onofrio, uno dei 19, che tornerà in lastrosaldatura – una volta dentro, il nostro obiettivo principale è quello di far tornare anche tutti gli altri lavoratori. La battaglia non è stata solo nostra, ed ora saremo il punto di riferimento di tutti quei lavoratori che guardano la Fiom con grande attenzione, e non solo per loro. Il prossimo passo sarà far eliminare le odiose divisioni in fasce, con chi lavora sempre, e chi è costretto ai contratti di solidarietà”. Per Mario Di Costanzo, altro lavoratore ed rsa della Fiom, ”questa è solo la normale conclusione di una vicenda durata tre anni”. “La vittoria della Fiom – aggiunge l’operaio, che rientrerà sulle catene di montaggio – deve essere da esempio per tutti i lavoratori: le uniche battaglie che non si vincono, sono quelle che non si combattono. Rientreremo per porre altri problemi sindacali, come la ricollocazione a Pomigliano dei circa 300 lavoratori del polo logistico di Nola, per i quali a luglio scade la Cig. Due di loro si sono uccisi negli ultimi mesi, ed è doveroso, da parte nostra, rivendicare il loro rientro al Vico con una missione produttiva”.
Una notizia che arriva nel giorno del regalo di una Panda a Papa Francesco, consegnata a Bergoglio da circa 200 lavoratori che l’hanno assemblata con le loro mani, e che ha provocato l’indignazione delle donne del comitato Mogli operai Pomigliano, le quali hanno sostenuto che “l’accettazione acritica del dono offenderebbe i vivi, ma innanzitutto la memoria degli operai morti suicidi di Pomigliano e Nola”. Un regalo che è ”poca cosa”, invece, per i 19 della Fiom che torneranno a stipendio pieno nello stabilimento, e che si “riprenderanno la propria vita”.