I nostri primi avversari sono molto sottostimati nel ranking internazionale ma in realtà hanno una squadra in crescita, zeppa di giovani interessanti guidati da quella vecchia volpe che porta il nome di Roy Hodgson.
Molti individuano il reparto difensivo dell’Inghilterra come il vero punto debole di questa nazionale, ma il tecnico inglese nell’ultimo anno ha lavorato molto per cercare un assetto che dia maggior sicurezza difensiva privilegiando la prudenza tattica nonostante i tanti trequartisti talentuosi che ha in rosa. Nelle ultime 12 partite ha subito solo 4 gol, l’Italia 27 nelle ultime 17, numeri che parlano da soli.
Il modulo di gioco è il collaudato 4-2-3-1, ma gli interpreti cambiano spesso. La coppia centrale di difesa è composta dal veloce Jagielka e dal mastodontico Cahill. Caratteristiche diverse e, a prima vista, ben assortite. L’alternativa è il giovane central back dello United Phil Jones utilizzato nel match test contro l’Ecuador ma non promosso a pieni voti.
Due i grandi dubbi della vigilia. Il primo a centrocampo dove Hodgson dovrà scegliere se affidare la regia a Gerrard o a Lampard, le due icone del calcio inglese sono ormai incompatibili per sopraggiunti limiti di età. Potrebbe essere stabilita una staffetta con il play del Liverpool in campo dal primo minuto e il faro del Chelsea pronto a subentrargli per la gestione del finale di gara.
In attacco l’altro grande dubbio è legato alla posizione di Wayne Rooney, una diatriba che ricorda molto quella italica legata alla collocazione tattica di Balotelli.
Hodgson non lo vede attaccante centrale, ruolo che non ricopre in Nazionale da più di un anno (23 marzo 2013, Montenegro-Inghilterra 1-1). Da allora Rooney ha giocato dietro a Lambert o a Sturridge (un prospetto veramente interessante). Una posizione, per capirsi, che ricorda quella di Tevez nella Juve quando orbita intorno a Llorente.
Ma nell’amichevole con l’Ecuador Roo è stato impiegato come ala sinistra con evidenti compiti di copertura. Un’evoluzione tattica iniziata per la verità con Ferguson nel Manchester. In quest’amichevole pre-mondiale lo si è visto rientrare e recuperare palla sino alla propria area di rigore. Il gol di rapina dell’1-1 ha reso meno amaro il sacrificio tanto che nell’ultima conferenza stampa il fuoriclasse inglese ha dichiarato che il suo atteggiamento non cambia in funzione del ruolo. Una cosa è certa Rooney oggi sta bene fisicamente, segna con continuità e si sente il leader di questa Nazionale.
La sfida agli azzurri è lanciata.