E’ polemica sulla riforma della Pubblica Amministrazione che domani approderà in Consiglio dei ministri e di cui ieri sono uscite anticipazioni sulla stampa. I sindacati hanno incontrato in mattinata il ministro Marianna Madia, che ha smentito molte delle notizie circolate ieri: “Leggo tante cose sui giornali. Voglio dirvi qui che non sono i provvedimenti del Cdm di domani. Si discute sulla stampa di fantasie”. L’impianto della riforma della P.A. sarà “fondato su tre pilastri: organizzazione, innovazione, persone”, ha detto il ministro secondo il racconto dei sindacalisti presenti all’incontro. Secondo quanto si apprende, il Cdm di domani dovrebbe esaminare sia il decreto legge, sia il disegno di legge delega sulla riforma della P.A.
La tensione tra governo e sindacati è palpabile. Secondo quanto battuto ieri dalle agenzie di stampa, i dipendenti della P.A. saranno sottoposti alla mobilità interna anche tra diversi comparti e senza il loro assenso, purché ciò avvenga nel rispetto di limiti chilometrici (tra i 50 in maniera ordinaria e fino a 100 km per ragioni straordinarie) e con la garanzia degli stipendi. La possibilità ha messo in allarme i sindacati, con la Madia che oggi si è affrettata a precisare: “Non abbiamo mai immaginato 100 km, non li abbiamo mai presi in considerazione, non vogliamo stravolgere la vita delle famiglie”. La mobilità sembra comunque confermata. “Il ministro ci ha confermato che nella riforma della pubblica amministrazione sarà confermata la norma sulla mobilità obbligatoria entro 100 km per i dipendenti – spiega invece il vice segretario della funzione pubblica Ugl, Paolo Varesi, uscendo dall’incontro – siamo pronti anche allo sciopero”.
Sciopero annunciato, invece, dall’Unione Sindacati di Base. “Il ministro ci ha detto che il contratto nazionale si può riaprire dal punto di vista normativo ma non dal punto di vista retributivo solo a partire dal 2015, questo vuol dire solo puntare a comprimere diritti – ha detto Massimo Betti, rappresentante dell’esecutivo nazionale Usb presente al tavolo – non stata è stata una trattativa ma un’informativa, la mobilità per i lavoratori è confermata”, ha aggiunto Bezzi, annunciando uno sciopero nazionale Usb per il prossimo 28 giugno. Tenta di smorzare i toni la Cgil. Nella riforma “non ci saranno né esuberi né prepensionamenti”, annuncia il segretario generale della funzione pubblica Cgil, Rossana Dettori. Al contrario, ha proseguito, “il ministro ha confermato il dimezzamento delle agibilità sindacali”, ha aggiunto la Dettori. Niente prepensionamenti anche per il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano: “”Le dichiarazioni del ministro Madia e le rassicurazioni avute ci portano a dire che non ci sarà nessuna differenza normativa tra dipendenti pubblici e privati per quanto riguarda il sistema pensionistico, cosa che per noi non sarebbe accettabile”.
Tra i provvedimenti circolati ieri c’era la riduzione a 70 anni dell’età pensionabile dei magistrati. Una possibilità che produrrebbe una carenza nell’organico della Corte di Cassazione pari al 44,29%, una “insopportabile scopertura” che “procurerebbe gravissimo pregiudizio alla ragione stessa di esistenza della Corte di legittimità”. A lanciare l’allarme è del primo presidente della Suprema Corre, Giorgio Santacroce, che ha scritto una lettera al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e al vicepresidente del Csm, Michele Vietti. “La professionalità dei magistrati che lascerebbero il servizio – spiega Santacroce – potrebbe essere ricostruita, per numero delle persone e qualità della preparazione, solo dopo un lungo e laborioso periodo”. Dunque, aggiunge, “nell’immediato verrebbero meno i modesti ma incoraggianti risultati di durata del giudizio di cassazione e andrebbero persi tutti i progetti organizzativi avviati nell’interno dell’ufficio e destinati a produrre i loro risultati negli anni futuri”. Anche secondo il Consiglio Superiore della Magistratura il provvedimento avrà “un impatto enorme sulla funzionalità degli uffici giudiziari” e dunque sulla durata dei processi.
Continuano, intanto, ad uscire bozze del provvedimento. Secondo una bozza in possesso dell’agenzia PublicPolicy, il governo dovrà adottare, entro un anno dall’approvazione della riforma della, disposizioni “integrative” e “correttive” sull’inconferibilità e incompatibilità di incarichi nelle Pa. La bozza includerebbe, secondo alcune fonti, anche il telelavoro e la sperimentazione di forme di co-working (condivisione degli uffici) e smart-working (orari flessibili e strumenti hai-tech). Altre novità: voucher per baby-sitter, puericultrici, badanti specializzate e convenzioni con asili nido per i dipendenti. Il ddl prevede una serie di deleghe al governo, che entro sei mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge, dovrà adottare decreti legislativi per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro nelle Pa. La delega dovrà prevedere anche la realizzazione di “strutture di supporto alla genitorialità, aperte durante i periodi di chiusura scolastica”.