Dalle bozze circolate nei giorni scorsi ci si aspettava l'unificazione dei registri automobilistici tenuti da Aci e Motorizzazione Civile, così come il taglio del dannoso superbollo, ma le attese sono state deluse
Dalle bozze circolate nei giorni scorsi, sembrava che il consiglio dei ministri di oggi avrebbe dato una bella sforbiciata alla burocrazia legata all’automobile: si parlava dell’abolizione del superbollo, la tassa che, ammazzando il settore delle auto di lusso, ha creato più danni che benefici all’erario, e del meno gradito aumento del bollo a partire dall’anno prossimo. E poi della sostituzione dell’Ipt, l’imposta provinciale di trascrizione, con una imposta regionale di immatricolazione, e soprattutto dell’abolizione del Pra e del certificato di proprietà. I due registri tenuti dall’Aci e dalla Motorizzazione Civile avrebbero dovuto unirsi in un unico archivio, come chiedeva il commissario per la spending review Carlo Cottarelli, e i documenti essere concentrati in una “carta unica del veicolo”.
In realtà, di questo riordino che s’attende da anni – se non da decenni, come nel caso del doppione Aci-Pra – non s’è avuta notizia. Forse c’era troppa carne al fuoco: il consiglio dei ministri, riunito per approvare il ddl sulla riforma della pubblica amministrazione, ha deciso di rinviare ancora una volta, probabilmente alla prossima settimana, la discussione del “pacchetto auto”.