Roma e Bologna, in aperta polemica, disertano l’assemblea. Toti della Virtus: "Non condivido il modo con il quale si è arrivati alla sua elezione". Il neo presidente: "Superare insieme l'attrito iniziale"
A quattro mesi dall’elezione di Ferdinando Minucci, la Legabasket si spacca nuovamente per eleggere il successore dell’ex numero di Siena, finito ai domiciliari l’8 maggio scorso e dimessosi pochi giorni dopo. All’unanimità tra i presenti, Fernando Marino, al vertice della New Basket Brindisi, è stato nominato nuovo presidente di Lega. La scelta è quindi caduta di nuovo su una figura interna, circostanza che ha spinto Virtus Roma e Virtus Bologna – le uniche contrarie anche all’elezione di Minucci – a disertare l’assemblea odierna.
Il presidente dei capitolini Claudio Toti, delegato anche dell’altra Virtus, ha abbandonato la riunione dopo la decisione di presentare come candidato unico Marino: un gesto forte e chiaro. “Nulla contro il nuovo presidente sotto il profilo umano. Ma, ancora una volta, non condivido il modus operandi con il quale si è arrivati alla sua elezione”, attacca il presidente di Bologna Renato Villalta. “La Lega aveva bisogno di una figura esterna. Avere a capo uno di noi non va bene, lo ripeterò fino alla morte – spiega Villalta – Ci eravamo dati tre priorità: marketing, modifica dello statuto ed evitare conflitti d’interesse che non possono non esserci se a dirigere la Serie A c’è un presidente di club. Di cosa parliamo sotto il profilo pratico? Poter vedere i contratti di tutti i giocatori, avere voce in capitolo sulle multe e soprattutto andava sgombrato il campo da possibili visioni complottiste nelle partite in cui è coinvolta la squadra del numero uno della Lega. Immaginate cosa sarebbe successo se Minucci fosse stato presidente due settimane fa, dopo il contestato arbitraggio di gara-3 tra Reggio Emilia e Siena”.
Marino, presidente dell’emergente Brindisi dall’estate 2011, ha ricevuto l’investitura come candidato da parte dell’Olimpia Milano, la stessa società che aveva proposto Minucci con il placet di Cantù e Sassari nonostante al momento dell’elezione l’ex dirigente di Siena fosse già indagato. “La modifica dello statuto andava fatta con un esterno. Avevo proposto un traghettatore e fatto il nome di Walter Veltroni, che della Lega è presidente onorario – prosegue Villalta – Devo constatare che ancora una volta si è preferito dare la priorità ai nomi invece di decidere sui programmi. Perché tutta questa fretta?”.
Una spiegazione che circola insistentemente è il lavorio dietro le quinte della Fip, irritata per la situazione creatasi in seguito all’arresto di Minucci, affinché fosse superato in breve tempo il momento d’impasse al vertice della Serie A. Nelle scorse settimane il presidente Gianni Petrucci avrebbe spedito tre lettere alle 16 società del massimo campionato di basket per sollecitare una svolta, motivando l’intervento con la necessità di rinnovare la convenzione tra federazione e lega. La svolta è arrivata, la convenzione però è scaduta due anni fa.
Ferme le prime parole di Marino a ilfattoquotidiano.it: “La decisione di oggi arriva al termine di un mese di discussioni, con un programma condiviso da tutti, anche da chi si è astenuto. Avevamo deciso che il presidente sarebbe stato un interno perché solo chi è al di qua conosce i problemi della macchina. Le regole erano chiare, lo sbocco naturale era eleggere un rappresentante”. Poi tende la mano a Toti e Villalta: “Il mio primo compito sarà telefonare ad entrambi per cercare di far condividere anche a loro il nuovo progetto dopo l’attrito iniziale”.