Dal 2004 il numero delle donazioni è cresciuto del 25%, ma bisogna "garantire le scorte". I donatori nel nostro Paese, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, sono circa 1 milione e 700mila. “Ma se il ricambio generazionale non avverrà con i giusti ritmi - ammoniscono gli esperti dell’Iss - si rischia di perdere, nel volgere di meno di un decennio, l’autosufficienza"
È uno dei principali problemi medici dell’estate. Con l’inizio della calda stagione puntualmente diminuiscono le scorte di sangue, soprattutto dei gruppi più rari. Per questo, una settimana prima del solstizio che segna l’ingresso ufficiale della bella stagione, il 14 giugno – data di nascita di Karl Landsteiner, biologo austriaco insignito con il premio Nobel per la medicina nel 1930 per la scoperta dei quattro principali gruppi sanguigni – l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) promuove una Giornata mondiale del donatore di sangue. Lo slogan della campagna quest’anno, come illustrato nel video realizzato per l’iniziativa, è “Donare sangue sicuro per tutte coloro che donano la vita”, con l’obiettivo di “Sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di garantire sempre e ovunque l’accesso al sangue e ai suoi componenti per prevenire i decessi delle madri”.
Secondo i dati dell’Oms, infatti, ogni giorno 800 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, un fenomeno diffuso soprattutto nell’Africa subsahariana, dove si registra il 50% dei casi che riguardano, in particolare, adolescenti al di sotto dei 15 anni. Per questa ragione, le trasfusioni sono considerate dagli esperti “uno dei nove interventi salvavita per gestire al meglio i rischi legati a complicazioni nella gestazione”.
Dal 2004, anno della prima edizione della giornata mondiale, il numero delle donazioni, secondo l’Oms, è cresciuto del 25%, passando da 80 a 108 milioni l’anno su scala globale, con un forte incremento soprattutto nel sud-est asiatico e in Africa. La metà si concentra, però, nelle aree più sviluppate del Pianeta, dove le donazioni sono in media 36,8 ogni 1000 abitanti, contro le 11,7 delle Nazioni a medio reddito o le 3,9 di quelle più povere. Nel mondo il 65% delle trasfusioni è a beneficio di bambini di età inferiore ai 5 anni, che vivono in prevalenza nei Paesi più svantaggiati. Di contro, nei Paesi a più alto reddito, con un tasso più elevato d’invecchiamento della popolazione, i principali destinatari di queste cure, il 76% del totale, sono gli anziani al di sopra dei 65 anni. Più della metà del sangue e degli emoderivati raccolti in 73 Paesi proviene da parenti o donatori retribuiti. Per questo, uno degli obiettivi dell’Oms è arrivare, entro il 2020, a rendere le scorte di sangue totalmente autosufficienti con le sole donazioni volontarie gratuite. “Il donatore per eccellenza – spiega Vincenzo Saturni, presidente nazionale dell’Avis – è quello non remunerato, consapevole, periodico, volontario, anonimo, responsabile e associato, che garantisce maggiori livelli di sicurezza e qualità”.
Anche l’Italia aderisce all’iniziativa. Tanti gli eventi promossi dall’Avis su tutto il territorio nazionale . “Noi crediamo nel valore della prima donazione differita, ossia compiuta dopo alcune settimane dal colloquio con il medico e dall’esecuzione degli esami di laboratorio – sottolinea Saturni -. Le motivazioni più intime e ideali che portano alla prima donazione sono poi rafforzate dalla nostra associazione, per garantire nel tempo una continuità nelle donazioni stesse, un aspetto su cui ci stiamo impegnando molto”.
Nei giorni scorsi ha, inoltre, preso il via una campagna di sensibilizzazione alla donazione del sangue denominata “Red(on)o”. Promossa dal ministero della Salute e dal Centro nazionale sangue dell’Istituto superiore di sanità (Iss) per l’intera estate, è rivolta soprattutto ai giovani, con l’obiettivo di “Proporre questo gesto come scelta responsabile e consapevole, affinché non resti un’azione isolata ed emotiva, ma diventi piuttosto un’abitudine di vita”. Il video realizzato per la campagna, dal titolo “Dai potere al tuo sangue, accendi il Redono” ha come protagonista “Mister red”, un ragazzo che gira per le strade con un grosso pennello intriso di rosso colorando i volti delle persone che incontra, le quali, anziché risentirsi, assumono un atteggiamento di gratitudine nei suoi confronti. La campagna prevede anche la realizzazione, lungo alcune strade di Roma, di murales incentrati sul tema della donazione.
Secondo gli ultimi dati del Centro nazionale sangue, e del libro bianco sul sistema trasfusionale italiano frutto della collaborazione tra Avis e Università Bocconi, attualmente i donatori nel nostro Paese, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, sono circa 1 milione e 700mila. “Ma se il ricambio generazionale non avverrà con i giusti ritmi – ammoniscono gli esperti dell’Iss – si rischia di perdere, nel volgere di meno di un decennio, l’autosufficienza faticosamente raggiunta dal nostro Paese negli ultimi anni”.