L'accusa è quella di aver falsificato e autenticato centinaia di firme per la presentazione dei candidati del Carroccio alle consultazioni del 2010. Il caso si concentra in particolare su Faenza
Dodici persone, perlopiù esponenti politici all’epoca dei fatti di Lega e Pdl tra consiglieri comunali, provinciali e segretari locali di partito, sono state indagate con l’accusa di avere falsificato e autenticato in concorso centinaia di firme legate alla presentazione di una lista di candidati del Carroccio per le Regionali in Emilia-Romagna del 2010. Il caso si è in particolare concentrato su Faenza, città nella quale in quello stesso anno si tenevano in concomitanza le elezioni comunali. La lista in questione, senza le firme ritenute fasulle, non avrebbe raggiunto la soglia minima di sottoscrizioni per essere considerata valida. Agli accusati in queste ore è in corso la notifica l’avviso di conclusione indagine.
L’inchiesta, portata avanti dalla Digos di Ravenna coordinata dal Pm Angela Scorza, si era innescata nell’ambito delle verifiche scattate in seguito al lancio di banane di fine luglio 2013 contro l’allora ministro Cécile Kyenge che stava parlando dal palco della festa del Pd a Cervia, sul litorale ravennate. E’ in quel contesto che una delle persone sentite dagli inquirenti, aveva riferito che le repentine dimissioni di un consigliere comunale Pdl, giustificate per motivi familiari, potevano in realtà essere legate alla richiesta di autenticare firme sulla cui autenticità quel consigliere nutriva seri dubbi.