Manildo, Bitonci e Orsoni, vittorie improbabili, sconfitte che bruciano, malaffare e tanti saluti alla PaTreVe. In un anno uno dei triangoli industriali e finanziari più importante d’Italia ha cambiato faccia.
L’anno scorso il centrosinistra, rinnovato, riusciva a vincere a Treviso, feudo leghista per eccellenza, sconfiggendo una Lega incapace di fornire volti nuovi. La settimana scorsa un Pd incapace di fornire volti nuovi, veniva sconfitto da una Lega capace di offrire un personaggio giovane e competente (oggettivamente bravo, seppur schiavo degli eccessi soliti del suo partito, come l’imperdonabile foto con lo striscione anti-negritudine). In mezzo il disastro bipartisan veneziano, tuttora in corso e di difficile comprensione.
Geopolitica stravolta in Veneto, prima dagli elettori, come sarebbe giusto, poi dai magistrati che hanno portato alla luce il malaffare sul Mose e dato vita alla più grande inchiesta sul Veneto. In entrambi i casi però la causa è la medesima. Dopo mani pulite si è riproposta la stessa, identica classe politica di prima, senza mutamento, con le stesse logiche e le stesse dinamiche. In molti hanno parlato di Seconda Repubblica solo sulla carta, fatta dai protagonisti della Prima (in Francia e negli altri paesi, in effetti, le repubbliche passano da una all’altra quando cambia la Costituzione).
I risultati elettorali e i nomi delle persone finite nelle carte dei magistrati però danno un’indicazione ben precisa. Il fenomeno 5 stelle e ancor più il fenomeno Renzi hanno lasciato un segno indelebile, chi non cambia viene, in primis, punito dagli elettori, senza se e senza ma. Inoltre, scartabellando tra le carte delle questure emergono nomi della vecchia guardia, sulla scena da decenni, formatisi all’ombra dei grandi apparati, sotto la cosiddetta ala del drago. C’è invece sulla scena oggi una classe dirigente giovane e nuova, formatasi negli anni di mani pulite, che ha visto lo sfascio della Seconda Repubblica e che ormai non sopporta più nulla di tutto ciò.
Serve il cambiamento, vero e totale, un cambiamento che vuole costruire e non distruggere, non spazzare via, ma sostituire e rigenerare. In tutto ciò il Pd deve prendersi il ruolo, attribuitogli dagli elettori, di grande protagonista e alla luce di ciò si devono muovere anche gli altri partiti. Non posso comprendere la scelta dei colleghi auto-sospesosi dal gruppo, in un momento in cui è necessario muovere il massimo sforzo per ottenere quei risultati necessari al paese e per la prima volta possibili. Serve cambiamento, servono strumenti nuovi per governare il paese. Servono ancor più passi indietro, da parte di chi ha sbagliato, e passi avanti, da parte di chi ha vinto e deve prendere in mano progetti importanti e forti come le riforme costituzionali, la riforma del lavoro e della giustizia.
Serve infine un cambiamento al Nord-Est, un cambiamento di cui possono essere assieme protagonisti Manildo e Bitonci. Pur partendo da posizioni opposte, con Venezia decapitata, tocca a loro due portare avanti il progetto della PaTreVe, una metropoli integrata e moderna che sulla carta esiste già e presto potrebbe esistere anche dal punto di vista geopolitico.