Sono almeno 106 i morti negli attacchi sferrati oggi in Afghanistan, nel giorno in cui i cittadini sono stati chiamati alle urne per il ballottaggio presidenziale. “Confermiamo che in tutto il Paese ci sono stati 150 attentati”, ha detto il vice ministro dell’Interno Mohammad Ayoub Salangi, sottolineando che “11 poliziotti, 15 soldati dell’esercito, 20 civili, un lavoratore della Commissione elettorale e 19 insorti sono rimasti uccisi” e che “gli attacchi sono stati effettuati principalmente con bombe e razzi”. I talebani afghani, inoltre, hanno amputato le dita di almeno undici elettori nella provincia occidentale di Herat per aver sfidato il divieto da loro imposto di recarsi alle urne.
Il nome del successore del presidente Hamid Karzai ormai esiste, anche se è ancora nascosto nelle milioni di schede elettorali depositate nelle urne utilizzate oggi in Afghanistan per il ballottaggio fra gli ex ministri Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani Ahmadzai. Un evento considerato come “un successo storico”, anche se macchiato dalle violenze dei talebani. I fondamentalisti, infatti, hanno rivendicato 246 attacchi ai seggi, tagliando le dita agli elettori, sparando e spargendo sangue. La polizia ha cercato di proteggere il voto e sul terreno sono rimasti anche i cadaveri di 60 guerriglieri, portando a 106 il numero complessivo dei morti della giornata elettorale. Nel corso di una conferenza stampa serale a Kabul, il presidente della Commissione elettorale indipendente (Iec), Yousuf Nuristani, ha comunicato con soddisfazione che “oltre sette milioni di persone si sono recate alle urne”, più o meno la stessa quantità del primo turno. “Si tratta – ha precisato – di circa il 58% degli aventi diritto e di questi il 62% sono stati uomini ed il 38% donne”.
Per conoscere il nome del nuovo capo dello Stato, si dovrà attendere uno scrutinio cominciato subito, ma che si presenta complesso, vista la grande quantità di potenziali brogli che possono essere stati commessi. Ecco perché, secondo la stessa Commissione, ci vorranno due settimane per conoscere i risultati definitivi provvisori del voto odierno, e ancora altri 20 giorni (il 22 luglio) per l’ufficializzazione del nome del vincitore. Saranno dunque giorni di attesa per l’ex ministro degli Esteri Abdullah, che aveva cominciato la seconda campagna elettorale con un forte vantaggio (45% dei voti contro il 31,6% del suo rivale) ma che secondo i sondaggisti ha perso gran parte del margine a disposizione.
Da parte sua il presidente Karzai si è rivolto con un messaggio televisivo agli afghani, sostenendo che “abbiamo provato ancora una volta che siamo una Nazione coraggiosa che conosce i suoi interessi”. Il risultato è stato commentato positivamente dalla Casa Bianca che in un comunicato ha “lodato gli elettori, gli organi elettorali, e le forze di sicurezza per il loro impegno dimostrato in questo processo democratico. Siamo ansiosi di lavorare con il prossimo governo scelto dal popolo afghano”. Soffermandosi sull’andamento della giornata di voto afghano, il ministro degli Esteri italiana Federica Mogherini si è detta convinta che “voltare pagina sull’Afghanistan come abbiamo fatto con l’Iraq sarebbe un errore. Sono convinta – ha sottolineato – che dobbiamo investire tanto in questo Paese”.