Quattro giovani veneti lanciano un sistema per mettere a disposizione il proprio "frigo virtuale" e scambiarsi le scorte che rischiano di essere buttate. "Il nostro target? Campus universitari, condomini e comunità"
La app che potrebbe fare gola anche all’Expo milanese arriva dal Veneto. Dove nel tempo libero Giorgia, Matteo, Luca ed Elena, quattro ragazzi fra i 22 e i 30 anni, hanno cercato di combattere lo spreco di cibo. Ratatouille, questo il nome della app disponibile sull’Apple store, permette infatti di mettere online il cibo da scambiare, ma volendo anche vendere, con gli altri partecipanti del network.
I quattro si sono conosciuti all’interno di H-Farm, l’incubatore di start up, hanno vinto una gara con il loro progetto e nel giro di un paio di mesi hanno sfornato l’app che avrebbe anche un grande potenziale di utilizzo visto che in Italia ogni anno buttiamo nei rifiuti oltre 12 miliardi di euro di cibo.
La app è geolocalizzata e permette di sapere, in un raggio d’azione deciso dall’utente, quali altri utenti sono presenti e quali sono i prodotti disponibili . “Uno dei target a cui abbiamo pensato – spiega Elena Bertolin che lavora in un’agenzia di comunicazione – è quello degli studenti universitari nei campus, ma Ratatouille può essere utilizzata anche nei condomini o nelle comunità”. Difficile che sia utilizzata fra perfetti sconosciuti, mentre è possibile che prenda piede all’interno di ambienti più ristretti.
Ma le potenzialità della app sono più ampie perché da una parte potrebbe essere utilizzata da mense e ristoranti e dall’altra, grazie alla geolocalizzazione, diventare uno strumento importante di vendita per i piccoli produttori locali. Il turista che si muove in una determinata zona ha subito sul tablet o sullo smartphone le offerte dei commercianti della zona. Anche quelle di chi possiede un piccolo orto. E infatti, racconta Elena, è arrivata una manifestazione d’interesse da parte di un Comune del Veneto che potrebbe adottarla per spingere i produttori della zona.
Guardando più alla cultura anglosassone, maggiormente orientata verso la condivisione, i quattro ragazzi hanno deciso di realizzarla direttamente in inglese. Al momento gli iscritti sono solo 800 e pochissimi offrono qualcosa. I quattro, impegnati in altri lavori, non hanno tempo e risorse per il marketing, ma guardano con curiosità alla crescita della app che potrebbe trovare forte slancio dalla versione Android in preparazione.