“L’Inghilterra vincerà 2-1 con gol decisivo di Raheem Sterling”. Verrebbe voglia di terminare la conversazione qua, subito dopo il pronostico. Ma la storia di Adam, dei suoi amici David, Pete e del cane Jefferson è troppo bella per non essere raccontata.
Lo stravagante gruppo di amici inglesi è partito a marzo destinazione Mendoza, vicino al confine tra Argentina e Cile. Da qui hanno iniziato a camminare e non si sono più fermati. Prima Buenos Aires, poi Montevideo e su per la costa fino al Brasile. “Non ci sembra vero, ma dopo 1966 chilometri di cammino siamo arrivati a Porto Alegre, la nostra destinazione – racconta via mail Adam Burns, 27 anni – Nelle ultime ore ci siamo riposati e ora si vola in Amazzonia: sabato a Manaus c’è Inghilterra-Italia”.
Sin da Italia ’90 i tre sognavano di vivere un Mondiale dal vivo e ora hanno realizzato il loro desiderio, cogliendo l’occasione per fare del bene. Il progetto Walk to the World Cup è stato promosso dalla J de V Arts Care Trust, ente di beneficenza anglo-brasiliano fondato dalla scultrice Josefina de Vasconcellos con l’obiettivo di aiutare le persone che hanno bisogno tramite le capacità terapeutiche dell’arte.
La zona di Bahia, nel Brasile nord orientale, ha vissuto un tremendo periodo di siccità: la mancanza d’acqua ha causato la morte di un milione di mucche, le coltivazioni di mais e manioca sono state rovinate. Paesi e città hanno fatto la fame per interminabili mesi. I ragazzi si sono dati un traguardo: raccogliere 20 mila dollari per costruire un pozzo di acqua potabile nel villaggio di Pocos. La somma non è stata ancora raggiunta, ma sperano di riuscirci entro la fine del torneo. Per ora in cassa ci sono circa 12 mila dollari.
Il loro contributo alla causa sta nella suola consumata delle loro scarpe. L’idea del trekking, come spesso accade, è nata “a tarda notte, in una impegnativa serata in compagnia al pub”. Volevano fare qualcosa di divertente, qualcosa di cui non si sarebbero più scordati. E si sono messi in cammino. Hanno tenuto giorno per giorno un diario di viaggio sulla loro pagina Facebook e hanno dato conto dei fondi introitati. Hanno trovato sponsor e testimonial: le leggende del calcio britannico Alan Shearer e John Barnes hanno registrato video messaggi di sostegno alla loro avventura. Intanto alla comitiva si è unito anche Jefferson, un labrador senza una casa. Li ha raggiunti a Punta del Este e non li ha più abbandonati. I ragazzi lo hanno vestito con una t-shirt dell’Inghilterra di Francia ’98 a testimoniare l’avvenuta adozione.
A rendere ancora più sgangherata la loro immagine i carrelli da golf in cui hanno trascinato le loro cose in giro per le strade del continente. “Abbiamo camminato cinque giorni alla settimana, circa 30 chilometri ogni giorno – spiega Adam Burns – Negli ultimi tre mesi questa è stata la nostra vita: passavamo la notte nei campeggi, nelle stazioni abbandonate, in hotel economici o a casa dei generosi amici che decidevano di ospitarci. Abbiamo conosciuto persone fantastiche e imparato molte cose, mangiato buon cibo e sostenuto appassionanti chiacchierate sul calcio”.
La scelta del tragitto non è stata casuale: Argentina, Uruguay e Brasile assieme vantano 9 Mondiali vinti, quasi la metà di quelli messi in palio dalla Fifa. Ovunque in questa parte del pianeta sorgono campi da calcio, dove non ci sono, i ragazzi giocano per strada. La passione è tanta e Adam e gli altri si sono sentiti a casa. Anche l’Inghilterra vive di football e a Manaus proverà a dimostrarlo all’Italia. “La federazione britannica ci ha regalato dei biglietti e sabato saremo allo stadio. Siamo felici – dice – anche perché vinceremo noi”.
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