Il quotidiano ha distribuito in tutto il Paese uno speciale gratuito sui Mondiali. La città non è stata coinvolta, ma in alcune contee vicine il quotidiano arriverà lo stesso e i postini si sono rifiutati di consegnarlo. Brucia ancora la falsa inchiesta del tabloid sulla strage di 25 anni fa, in cui persero la vita 96 tifosi dei Reds. "Dovremmo consegnare il giornale a casa di persone che hanno perso i propri cari? Non ci sembra corretto"
L’edizione speciale per i Mondiali del The Sun è diventato un caso nei dintorni di Liverpool. In concomitanza con l’inizio della Coppa del Mondo la proprietà del quotidiano britannico ha deciso di distribuire gratuitamente agli inglesi 22 milioni di copie. Un’operazione di marketing capillare che non ha coinvolto Liverpool, città dove The Sun è boicottato dalla strage di Hillsborough. Pochi giorni dopo la tragedia avvenuta in occasione della finale di FA Cup 1989 tra Liverpool e Nottingham Forrest, nella quale persero la vita 96 tifosi dei Reds, il tabloid inglese più venduto dell’Inghilterra pubblicò infatti una finta inchiesta.
Sotto il titolo ‘The Truth‘ si raccontava di sciacalli, tifosi violenti e gente che orinava sui cadaveri. Nel 2012 una commissione d’inchiesta ha poi stabilito come i fatti andarono davvero, ma Liverpool non ha dimenticato quella vergognosa pagina di giornalismo. Oggi The Sun ha evitato di coinvolgere la capitale della contea nell’iniziativa ma è incappata ugualmente in polemiche e proteste. Nel Merseyside, infatti, alcune città hanno codici postali diversi e quindi il giornale sarebbe comunque dovuto arrivare fino a pochi chilometri dal capoluogo. E anche i postini delle vicine contee Cheshire e Lancashire hanno rifiutato di lasciare lo speciale mondiale nella buca delle lettere incrociando le braccia e protestando contro i vertici della Royal Mail che non hanno voluto stoppare la distribuzione.
“Avremmo dovuto consegnare il giornale a casa di persone che hanno perso famigliari e amici nella strage di Hillsborough. Non sarebbe stato corretto nei loro confronti”, hanno spiegato cinquanta postini di Skelmersdale, capofila della protesta perché sei di loro si trovavano allo stadio nel giorno della tragedia. Allo sciopero si sono uniti cento colleghi di St Helens, ottanta di Runcorn e quelli di Neston ed Ellesmere Port. Una protesta a macchia d’olio, sposata anche da semplici cittadini. Negli scorsi giorni su molte porte di abitazioni del distretto di Preston e della contea di Essex sono comparsi stickers e avvisi per chiedere di non consegnare il tabloid. Rosie Cooper, parlamentare labour eletta nel West Lancashire, aveva scritto una lettera al ceo di Royal Mail e all’editore del The Sun invitandoli a esentare dal lavoro i cinquanta postini di Skelmersdale: “Appoggio la loro protesta e spero che la Royal Mail non forzi in nessun modo i suoi dipendenti perché sarebbe una grave macchia sull’integrità del servizio postale – ha spiegato la Cooper – Mi auguro che mostrino rispetto per la gente di Skelmersdale e del West Lancashire che ha vissuto le bugie e l’ingiustizia pubblicate dal The Sun in uno degli episodi più drammatici della storia recente dell’Inghilterra”. Un invito rimasto inascoltato: il portavoce delle Poste, divenute private lo scorso ottobre, aveva fatto sapere che se i dipendenti si fossero rifiutati di consegnare le copie del The Sun, “il diniego sarebbe esaminato caso per caso”. Alla fine, il braccio di ferro l’hanno vinto i postini.
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