“L’Iran non esclude la possibilità di collaborare con gli Stati Uniti sulla crisi in Iraq“. Con queste parole il presidente iraniano Hassan Rohani dichiara il suo sostegno a un eventuale intervento del paese americano, per contrastare l’avanzata dei jihadisti: “Se gli Usa interverranno contro i gruppi terroristi possiamo pensare” a una collaborazione “ma fino adesso da parte di Washington non c’è stata nessun’azione”, ha detto il presidente, che ha anche escluso l’invio dei propri militari in Iraq, smentendo così quanto sostenuto ieri da fonti governative irachene citate dalla Cnn che parlavano di almeno 500 uomini delle Guardie della Rivoluzione inviati da Teheran nella provincia di Diyala.
“Dobbiamo contrastare nella pratica e con le parole i terroristi”, ha continuato Rohani, intervenuto nel corso di una conferenza stampa a Teheran. L’Iran è dunque pronto ad aiutare l’Iraq qualora gli verrà richiesto e a “fornire assistenza entro il diritto internazionale”. Rohani ha suggerito che i militanti sunniti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) siano legati ai politici iracheni che hanno perso le elezioni parlamentari di aprile. L’Iran, Paese sciita, ha costruito stretti legami politici ed economici con l’Iraq e molti influenti sciiti iracheni hanno trascorso dei periodi nella Repubblica islamica. Teheran è infatti uno stretto alleato del governo di Baghdad a guida sciita. Questa settimana il Paese ha fermato i voli per Baghdad per motivi di sicurezza e ha annunciato di avere intensificato le misure di sicurezza lungo il confine.
L’intervento di Rohani arriva a distanza di pochi giorni da quello del presidente americano Barack Obama, che aveva dichiarato: “Tutte le opzioni sono aperte”. Secondo Obama, infatti, l’Iraq ha bisogno di ulteriore assistenza da parte degli Stati Uniti per respingere la rivolta islamica, aggiungendo di “non escludere nulla” quando si tratta di aiutare Baghdad a difendersi dai ribelli.
Intanto in Iraq continua l’avanzata dei miliziani jihadisti che sono sempre più vicini a Baghdad. Secondo fonti governative, infatti, hanno conquistato altre due città della provincia di Diyala, Sadiyah e Djalaoula, nell’Iraq orientale. Ma il primo ministro Nuri al Maliki in un messaggio televisivo alla nazione ha dichiarato: “L’Iraq non sarà mai sconfitto”. Maliki, che al momento si trova a Samarra per discutere la strategia per organizzare una controffensiva contro i miliziani dell’Isis, ha poi aggiunto: “Nelle prossime ore arriveranno volontari per sostenere le forze della sicurezza nella loro guerra contro le bande dell’Isis. Per loro questo è l’inizio della fine”.