“Semplificare drasticamente il sistema tributario, e quindi semplificare la vita ai contribuenti onesti”. E’ questa, ha spiegato Pier Carlo Padoan, l’idea del governo su come dovrà cambiare volto la riscossione delle tasse. Il ministro dell’Economia, intervistato a In mezz’ora su Rai tre, ha delineato i contorni del “nuovo fisco” e delle modalità di lotta all’evasione destinate a emergere dall’attuazione della delega fiscale. “Vogliamo risolvere alla radice” i problemi legati al fisco e “semplificare al massimo il sistema di pagamento e la trasparenza”, ha assicurato il ministro. Spiegando che l’obiettivo è “spostare il carico fiscale in modo tale che alla fine ci sia, a parità di gettito, più crescita e più lavoro”. Tradotto: meno tasse sul lavoro e una riduzione strutturale del cuneo fiscale. Ma Padoan ha anche parlato di come il governo intende cambiare tattica nella lotta all’evasione e ha ammesso che per i conti pubblici “il sentiero è stretto”.
Basta blitz stile Cortina, creare un clima di fiducia. E il ministro apre alle proposte di Visco – Ripetendo un concetto espresso tante volte dal premier Matteo Renzi, Padoan ha detto che il recupero delle tasse non pagate non si fa “con i blitz” stile Cortina – quelli che tanto piacevano a Mario Monti – ma attraverso “la costruzione costante di un rapporto di fiducia con i cittadini”. Quella “svolta”, insomma, che Renzi intende imprimere dopo il cambio al vertice dell’Agenzia delle Entrate, poltrona per la quale due giorni fa è stata designata Rossella Orlandi e non il vicedirettore Marco Di Capua, secondo indiscrezioni il candidato preferito da Padoan. Già sabato, però, Via XX Settembre aveva smentito ufficialmente le supposte “contrapposizioni” con Palazzo Chigi. Di qui le rimostranze del ministro, che a Lucia Annunziata ha rivelato di essere “sorpreso” per l'”uso spregiudicato del pettegolezzo da parte di certa stampa” e per come “si possa spesso essere in malafede sulle informazioni che girano”. Tornando al nuovo corso del fisco, l’economista ed ex vicesegretario dell’Ocse ha detto di condividere le proposte lanciate qualche giorno fa dall’istituto Nens di Vincenzo Visco, che di Padoan è stato predecessore durante i governi D’Alema e Prodi. Riordino delle aliquote, introduzione dello scontrino telematico e uso del meccanismo dell’autofatturazione in alcuni settori potrebbero, secondo Visco, portare nelle casse dello Stato 19,6 miliardi in più già nel 2015 e fino a 58,7 dal 2018. Soldi che andrebbero utilizzati per ridurre drasticamente il carico fiscale, sia sul lavoro sia sugli immobili e l’attività di impresa.
Idee che Visco aveva però condito con robuste critiche nei confronti delle Entrate (che avrebbero usato i piccoli evasori come “scudi umani” per coprire l’evasione “vera”) e con un richiamo allo stesso Padoan: “Spero che studi il dossier e trovi il tempo di occuparsi anche del settore fiscale”. Il ministro sembra averla presa bene, visto che ha diplomaticamente ricordato l’antica consuetudine con Visco (“è un carissimo amico, lavoravo con lui come consulente economico”) e si è detto d’accordo sulla necessità che l’amministrazione finanziaria diventi meno repressiva.
Ma lunedì famiglie e imprese dovranno versare 54,5 miliardi – La volontà di “semplificare la vita agli onesti” appare un ottimo proposito soprattutto alla vigilia del “lunedì nero” che vedrà gli italiani alle prese con un accavallarsi di scadenze da brividi. Secondo una stima elaborata dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, famiglie e imprese saranno chiamate a versare in un giorno solo quasi 54,5 miliardi di euro tra imposte, tasse e tributi. Sulle abitazioni e gli immobili strumentali farà il suo esordio la Tasi, su seconde e terze case, negozi e capannoni bisognerà pagare anche l’Imu e le imprese dovranno versare l’Irpef e le sue addizionali, l’Ires, l’Irap, l’Iva e altre imposte minori.
Bonus 80 euro sarà permanente. Ampliamento dei beneficiari? “Dipende da coperture” – I tanto discussi 80 euro in più in busta paga, pur insufficienti, di per sé, a rilanciare la ripresa (come lo stesso governo aveva rilevato nel Documento di economia e finanza), sono un piccolo passo, ma “se la cifra è permanente il comportamento cambia, aumenta la fiducia e si esce più rapidamente dalla crisi”, ha ribadito il ministro. Confermando che la copertura dell’operazione c’è e permetterà, appunto, di renderla permanente”. Confermato anche l’obiettivo del governo di “allargare la platea”. Ma la fattibilità dell’ampliamento “dipende dalle coperture”. Non per niente per ora – in sede di discussione del Dl Irpef al Senato – è slittato anche quello “soft” alle famiglie numerose. “Faccio il mio mestiere di ministro e le coperture sono indispensabili”, ha messo in chiaro Padoan, con una cautela che forse scontenterà Renzi. Ma subito è arrivata la contestualizzazione: quel bonus va inserito nella “strategia complessiva del governo, che “ha ridotto le tasse per le famiglie medio-basse” con la detrazione Irpef e per le imprese con la limatura dell’Irap mentre “ha postato il carico sugli intermediari finanziari”.
Per i conti pubblici sentiero stretto. Appesi al filo della crescita – Parlando dei conti pubblici, Padoan ha ammesso che “il sentiero è stretto”, anche perché il rapporto debito-Pil dipende dall’andamento della crescita economica, sulla quale non ci sono certezze: occorre attendere i risultati del Pil nel secondo trimestre “per capire quanto il primo (che ha visto il prodotto calare dello 0,1%, ndr) sia un fatto isolato piuttosto che una tendenza”. In ogni caso, ha detto il ministro, “gli obiettivi a cui siamo tenuti, sia per l’Europa che per la legge italiana, sono gli equilibri strutturali al netto dell’andamento del ciclo, quindi l’intensità dell’aggiustamento già in atto non viene toccata”. Come dire: nessuna manovra aggiuntiva in vista. “Continuiamo nella direzione che abbiamo preso e continuiamo a usare tutti i margini che abbiamo, nel rispetto dei vincoli”.
In Italia fatto aggiustamento fiscale “di dimensioni gigantesche” – La speranza, come sempre, è nel semestre europeo di presidenza italiana, quando il governo dovrà fare di tutto per convincere Bruxelles a “arrivare a dei giudizi che tengano conto degli sforzi fatti da parte dei Paesi per l’aggiustamento e strutturale”. E su questo fronte “il nostro è uno dei Paesi più avanzati”: “Abbiamo fatto un aggiustamento fiscale di dimensioni gigantesche, molto più di altri Paesi, e non dobbiamo perderlo”. Quel che va fatto, invece, è “aggiungere la dimensione della crescita”. “Dai contatti che sto avendo con i colleghi”, sottolinea Padoan, emerge che questo cambiamento di prospettiva “sarà accolto con favore da tutti. Le riforme sono nell’interesse di tutti e la flessibilità è implicita, si tratta di tirarla fuori”.
Grazie alle misure del Cdm più facile attrarre investimenti – A spingere la crescita, secondo il ministro, potrebbero provvedere però le misure approvate dal Cdm di venerdì, tra cui “molte volte ad aiutare direttamente le imprese, tramite sgravi fiscali, investimenti agevolati per la patrimonializzazione ed eliminazione delle barriere che impediscono agli intermediari finanziari non bancari di fare credito alle imprese”. Interventi che rendono “più facile e attraente investire in Italia”. Ben vengano, da questo punto punto di vista, anche i fondi di investimento, che “non sono degli speculatori, sono degli agenti che hanno un’enorme quantità di ricchezza che pregano di investire in Italia”. “Se facciamo le riforme – ha aggiunto -, e noi le stiamo facendo, è una finestra di opportunità e sarebbe solo colpa nostra se la perdessimo”.