L'attaccante lancia segnali alle big dopo il successo e la zuccata vincente contro l’Inghilterra a Manaus. Ma la squadra deve crescere se vuole superare l'ostacolo Costa Rica. Prandelli spera almeno di poter recuperare Buffon, anche se Sirigu si è dimostrato all'altezza
“Ora devono avere paura di noi”. Balotelli lancia segnali alle big dopo il successo contro l’Inghilterra. La zuccata decisiva, l’arcobaleno salvato sulla linea da Jagielka e tanto lavoro sporco fanno sorridere l’attaccante azzurro, premiato come “man of the match” nel felice esordio dell’Italia. Ha risposto alle attese della vigilia per poi esultare a modo suo, a briglie sciolte: i baci alla promessa sposa in tribuna e il dito sulla bocca per zittire gli scettici. I piedi però restano ben saldi per terra, Mario non teme nessuno ma non guarda troppo in là: “Il Maracanà? Penso solo alla Costa Rica, non montiamoci la testa altrimenti non andiamo da nessuna parte”.
Anche perché l’Italia deve crescere se vuole viaggiare verso Rio, come lo stesso Balotelli, spronato da Cesare Prandelli: “Può fare molto di più, ha le potenzialità per riuscirci. Deve capire che i movimenti della punta servono per finalizzare il gioco”. Dopo averlo sempre confermato al centro del suo progetto, fin dal 2010, il tecnico di Orzinuovi avrà ora una settimana di allenamenti per catechizzarlo e recuperare infortunati e acciaccati. Forse anche Buffon che agli amici ha confidato un positivo “ci sarò”, dopo le paure legate al tweet del pomeriggio che accennava a un’assenza prolungata. Certamente migliorerà la forma di Marco Verratti, apparso all’eterna ricerca del suo raggio d’azione e con le gambe un po’ imballate. Lo assolve Prandelli (“Ha avuto la febbre”) e lo coccola Andrea Pirlo che afferma d’essersi “trovato benissimo con lui. È giusto proseguire su questa linea”. C’è da fidarsi se lo dice l’uomo che, come agli Europei 2012, alla vista dei Leoni inglesi, ha sfoderato una prestazione ai limiti della perfezione, certificata dai 103 passaggi riusciti sui 108 tentati. Pennellate di classe a ritmo di samba che avrebbero meritato il sigillo di un gol, negato solo dalla traversa dopo una punizione che ha disegnato la solita traiettoria imprevedibile. “Peccato, ma l’importante era vincere – spiega il centrocampista della Juventus – Abbiamo giocato una partita coraggiosa, volevamo imporre il nostro ritmo e fare una buona impressione. Ci siamo riusciti, nonostante il caldo tremendo”.
Anche Prandelli mette l’accento sul clima (“Assurdo non permettere i time out”) prima di esaltare proprio il baricentro del gioco azzurro: “Siamo stati bravi a sfruttare la nostra abilità di palleggio e pochi hanno la classe di Pirlo nel dirigere le azioni”. Il ct scarta cioccolatini per i suoi che “hanno giocato una partita epica, la ricorderemo per tutta la vita”. Esalta Matteo Darmian, terzino alla seconda presenza in nazionale ma tra i migliori in campo per come ha spalmato qualità e corsa nei 90 minuti: “Non ha solo entusiasmo. È anche uno che capisce quello che voglio”. E infatti il difensore di spinta del Torino sale spesso e si sovrappone a Candreva con il quale crea una staffetta veloce buona per costruire pericoli (per l’Inghilterra) e dare sicurezze all’Italia. Le stesse che il ct ha trovato in Sirigu: “E’ stato bravo. Giocando la Champions ad alti livelli, è abituato a certe serate. Buffon? Non c’erano i tempi per recuperarlo, ma la questione dovrebbe essere risolvibile in qualche giorno. Ora sotto con la Costa Rica, altrimenti non avremo fatto niente”.
Già, battere la sorpresa Costa Rica per ipotecare il primo posto nel girone. È uno Stato senza esercito, il piccolo paese centramericano. Ma ha truppe agguerrite sul campo verde. Balotelli però ha espresso il concetto in maniera semplice ed efficace: dopo la notte di Manaus, sono gli altri a dover temere l’Italia.
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