Roma, 20 nov. (Adnkronos) - "Quest'anno si è votato in Sardegna a febbraio, in Abruzzo a marzo, in Basilicata ad aprile, in Piemonte a giugno, in Liguria a ottobre e a novembre in Umbria ed Emilia Romagna. In aggiunta a questo ci sono state le europee e il voto in 3700 comuni. E poi uno dice che l'affluenza crolla...". Lo ha detto Carlo Calenda presentando il ddl costituzionale per introdurre un election day annuale che "obbliga ad accorpare tutte le elezioni amministrative in modo che si voti un giorno l'anno". Anche i referendum verrebbero accorpati nell'election day. E se un'amministrazione cade, si va in 'prorogatio' fino al primo election day previsto.
"Se non facciamo così tra un po' a votare ci andremo in 5 perché non si può votare ogni mese e ogni mese si paralizza tutto, c'è solo la campagna elettorale: che si tratti di Umbria o Basilicata, si misura il crollo dell'universo. Maggioranza e opposizione parlano solo di questo, l'attività di governo si blocca e poi si fanno provvedimenti ad hoc" a secondo dell'andamento elettorale. "Nessun paese può sopportare di avere una elezione al mese".
Il leader di Azione spiega di aver invitato la proposta a tutte le forze politiche. "Mi pare che in tutti ci sia la convinzione che il problema vada risolto. Lo dico a tutti, a partire da Meloni per finire con Schlein: facciamo questo cosa" per contrastare l'astensionimo, altrimenti "il voto diventa un gioco di società per pochi e se poi alle prossime politiche, si va sotto il 50% c'è il rischio che si alzi qualcuno e dica che il Parlamento non è legittimato".
La legge costituzionale proposta da Azione è composta da 2 articoli e nella premessa si sottolinea come l'election day abbia vantaggi anche economici: "comporta importanti risparmi dal punto di vista finanziario. Il mancato accorpamento di diverse consultazioni nazionali nello stesso anno comporta oneri aggiuntivi nell’ordine delle centinaia di milioni di euro". Inoltre "un’unica tornata di voto annuale evita di trasformare l’attività politico-istituzionale in un’ininterrotta campagna elettorale, con effetti deteriori sulla qualità dell’attività legislativa e di governo".
L'election day, si legge nel ddl, "contribuisce ad arginare l’astensionismo e quindi, indirettamente, i problemi di legittimazione e rappresentanza politica degli eletti in consultazioni in cui la partecipazione al voto sia particolarmente scarsa, se non addirittura minoritaria". E sarebbe anche utile a "rivitalizzare l'istituto referendario, oggi reso sostanzialmente inservibile dal fatto che, stante il principio del quorum del 50% più uno di partecipazione al voto, per vanificare l’esito di un referendum è ormai sufficiente sommare una piccola quota di astensioni 'attive' all’altissimo astensionismo fisiologico".