Grillo apre al Pd: fossi in Renzi, gli manderei Bersani.” Così ha scritto la tastiera geniale di Goemon Ishikawa, subito giustamente in risalto sul sito Spinoza.it.

Che dire? Si potrebbe andare col più classico dei proverbi: meglio tardi che mai. Il cambio di linea politica che viene oggi dal blog di Beppe Grillo (e naturalmente subito recepito senza alcun referendum online o fra i parlamentari M5S) di apertura al Partito Democratico sulla legge elettorale è senza dubbio una buona notizia. Saranno almeno due anni abbondanti che, nel mio piccolissimo, spingo da questo blog, assieme a tantissimi altri (da lui a lui, per citarne solo due), per un confronto e una collaborazione fra Pd e M5S. Certo, i precedenti sono proprio scoraggianti. Ecco perché fanno benissimo i piddini a esigere che il confronto sia ora trasmesso in diretta Internet: ‘noi veniamo a vedere le vostre carte’, dicono, ‘ma facciamo in modo che ci siano tanti milioni di occhi a vedere come giocate stavolta’.

Mi piace anche il modo in cui il duo Grillo-Casaleggio ha messo giù la questione:

“Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà.”

Quindi: la legge M5S potrebbe essere una base per una discussione comune. Bene. E’ proprio così che funziona in politica. Io ho un obiettivo, e propongo a un’altra forza politica – con progetti diversi dai miei – qualcosa di un po’ più estremo dal mio ideale, al fine di arrivare a un compromesso più o meno equo per tutti. In questo caso l’ideale del M5S potrebbe essere l’impianto sostanzialmente proporzionale (ancorché “sensibilmente corretto”) della legge elettorale. E l’elemento più estremo potrebbe essere il meccanismo di panachage, o voto disgiunto, che nell’ipotesi M5S prevede addirittura voti positivi e negativi da assegnare da parte dell’elettore. Un meccanismo non intuitivo, a mio modo difficilmente praticabile se preso alla lettera dal progetto M5S. E comunque, è una base di discussione, come dicono Grillo e Casaleggio, non è un prendere o lasciare.

Ora non resta che sperare. In cosa? Nel fatto che all’interno del Pd, dove la decisione di dare una terza chance di dialogo a Grillo deve essere presa, non prevalga la comprensibile diffidenza. Spero davvero che invece la direzione del Pd dia mandato a Renzi per tornare al tavolo del dialogo con il M5S, in modo soprattutto da togliere il Paese dalla situazione in cui è oggi: dipendere da Berlusconi per l’approvazione di una nuova legge elettorale.

Infatti, nonostante tutte le ormai tante situazioni in cui Grillo ha dimostrato di essere personaggio politicamente non affidabile, io sono ancora portato a considerarlo meglio, da un punto di vista umano e politico, di Silvio Berlusconi. Di cui conosciamo tutto, ma veramente tutto, e ne abbiamo francamente abbastanza. Certo: Grillo aveva detto che se non avesse superato il Pd, avrebbe smesso di fare politica. Non l’ha fatto, naturalmente, e anche se a questo confronto il Pd parteciperebbe con altro umore qualora fosse intercorso un effettivo cambio di leadership nel M5S, è comunque il caso di andare al dialogo con chi rappresenta il 21% degli elettori.

Per finire, una nota sulla truffa del referendum online circa il gruppo del Parlamento Europeo a cui il M5S aderirà. La chiamo “truffa” perché il signor Grillo (ancora una volta in splendida solitudine) ha preventivamente escluso i Verdi Europei dalle opzioni possibili. Motivo? I Verdi Europei ponevano delle condizioni politiche – non sia mai! – per consentire l’adesione al loro gruppo.

Voglio anche qui essere ottimista e vedere solo il lato positivo di questa truffa: ha, de facto, fatto uscire il M5S dalla loro ambigua collocazione lungo l’asse destra/sinistra, ponendoli di fianco allo xenofobo nazionalista britannico Farage, senza dubbio sulla Destra dello schieramento. Possiamo finalmente dire che oggi l’Italia ha nel M5S una destra pulita: magari non sempre competente e anche tanto superba, ma certamente pulita. Un enorme passo avanti, come Paese, se considerate che negli ultimi vent’anni la destra italiana è stata rappresentata da gente che oggi è condannata per mega-evasione fiscale, corruzione o associazione esterna di stampo mafioso.

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