Tocca a loro piazzare l’ultimo tessera del puzzle, poi il quadro delle le big di Brasile 2014 sarà completo. Germania-Portogallo mette subito alla prova la squadra che ha chiuso terza nelle ultime due edizioni dei Mondiali e Cristiano Ronaldo, chiamato a trascinare i lusitani dove non hanno mai osato spingersi. Iniziano oggi e non si sa quanto sarà lungo il loro viaggio. Quando all’ora di cena il serbo Mazic fischierà la fine, potrebbe però già essere caduto un record.
È di un altro Ronaldo, quello brasiliano, capocannoniere all time della Coppa del Mondo. A insidiare il Fenomeno, autore di 15 gol nelle rassegne iridate, c’è Miroslav Klose, che ha sempre segnato a raffica con la maglia della Germania. Dovrebbe partire dalla panchina, lasciando spazio a Mesut Ozil, inventato falso nueve dal ct Joachim Loew. Ma è probabile che metta piede in campo e gli basterà una zampata per scrivere il suo nome accanto a quello dell’ex attaccante di Barcellona e Inter. Se sarà doppietta, il trono sarà tutto suo. Altre statistiche, altri pezzi di storia. Quella contro il Portogallo per la Germania è la partita numero 100 ai Mondiali.
Loew spera di festeggiarla per incanalare subito la spedizione brasiliana sulla via che porta al Maracanà. I suoi sono come sempre dati nel lotto delle favorite, questione di tradizione e di valori reali. La nazionale tedesca ha aperto un ciclo nel 2006, quando giocava in casa, deliziando il mondo per efficacia e qualità. L’Italia di Lippi stroncò il sogno di alzare la coppa in casa, due anni dopo fu la Spagna a dire “no” al successo nella finale degli Europei. In Sudafrica ancora il gradino più basso del podio e nell’ultima rassegna continentale nuovamente l’Italia a frenare la corsa, sempre in semifinale. Non fermarsi sul più bello è l’imperativo che Loew ha dato ai suoi.
All’Arena Fonte Nova la Germania si presenta con una difesa a quattro “anomala” composta da soli centrali (Boateng, Mertesacker, Hummels e Howedes). Poi centrocampo a tre, dove dovrebbe dare forfait Schweinsteiger, con Lahm alzato di una linea accanto a Kroos e Khedira, reduce da un lungo infortunio. Ma se Schweinsteiger dovesse farcela, Lahm scalerebbe nel suo ruolo naturale di terzino e Loew rinuncerebbe anche a Howedes dando spazio in fascia a Durm. Davanti il ct tedesco ha privilegiato qualità e velocità scegliendo il tridente composto da Muller, Ozil e Podolski. Con Klose, unico centravanti di ruolo portato in Brasile, pronto a subentrare alla ricerca di una firma che vale la storia.
Vuole scriverla anche Cristiano Ronaldo spingendo il Portogallo dove non è mai arrivato in sei partecipazioni alla Coppa. Il miglior risultato risale al 1966, anno dell’esordio, quando la nazionale lusitana arrivò terza. Il fenomeno del Real sa che tocca a lui, nonostante il ginocchio sinistro lo tormenti da due mesi. “Sono al cento per cento – ha detto sicuro alla vigilia – Con la Germania sarà una partita qualsiasi, non devo dimostrare niente a nessuno”. Uno schiaffetto a chi gli ricordava che ai mondiali non ha mai brillato, andando in gol due sole volte, una nel 2006 e una nel 2010.
In Germania i portoghesi persero in semifinale contro la Francia, mentre quattro anni fa non andarono oltre gli ottavi. Il ct Bento si affida al 4-3-3, come sempre nella storia portoghese privo di una punta centrale di grande valore. Nel tridente con Ronaldo ci saranno Nani e uno tra Hugo Almeida e il laziale Helder Postiga, supportati alle spalle da Meireles, Moutinho e Veloso. La linea dei quattro difensori a protezione di Rui Patricio è targata Real con i blancos Pepe e Fabio Coentrao, affiancati al centro e in fascia da Bruno Alves e Joao Pereira. Fischio d’inizio alle 18 e potrebbe essere per entrambe l’avvio di un lungo mese.