Una nuova, inaspettata tendenza sembra insinuarsi nel mondo dell’auto: due diverse case automobilistiche hanno mostrato di essere diventate meno gelose dei loro brevetti decidendo di spartire le loro conoscenze con i concorrenti. Il primo è il gruppo Jaguar-Land Rover, che vuole condividere tutto quello che sa sull’assemblaggio delle carrozzerie d’alluminio con gli altri costruttori che già usano questa tecnologia, come Audi, Porsche, Ford e Mercedes: secondo Automotive News Europe, l’impianto inglese di Solihull sta diventando una meta di pellegrinaggio per i capi delle aziende concorrenti, interessati a vedere dal vivo la linea di produzione delle scocche. La seconda azienda a liberarsi dei suoi segreti è la californiana Tesla: il suo fondatore, Elon Musk, ha annunciato sul blog ufficiale della casa di voler promuovere l’avanzamento dei veicoli elettrici (nella foto in alto, l’assemblaggio di una Model S) evitando di fare causa a chi utilizzerà i suoi brevetti. Per dirla con le sue parole, “Tesla non perseguirà nessuno che, in buona fede, voglia usare la nostra tecnologia”.
Trattandosi di aziende e non di mecenati, l’obiettivo di tale “generosità” è chiaramente un ritorno economico: sia nel caso dell’alluminio, sia in quello delle auto elettriche, la diffusione di tecnologie per ora considerate di nicchia creerebbe economie di scala in grado di abbattere i costi. Uniformare spessori delle lastre d’alluminio, colle e rivetti, per esempio, farebbe risparmiare milioni di euro alla Jaguar. Così come la Tesla, che produce soltanto auto elettriche, trarrebbe vantaggio dall’allargamento del mercato delle vetture a batterie. Secondo Musk, infatti, “la vera competizione non è nella goccia di auto elettriche non-Tesla prodotte, ma piuttosto nel mare di veicoli a benzina riversati sul mercato ogni giorno dalle fabbriche di tutto il mondo”.
La spinta definitiva alla decisione della Tesla di convertirsi alla condivisione tecnologica pare essere stata l’incontro di Musk con i vertici della BMW avvenuto la settimana scorsa. Ora che la casa tedesca sta introducendo sul mercato la sua prima ibrida plug-in, la supercar i8, la collaborazione sulla rete di colonnine di ricarica rapida potrebbe essere interessante per entrambe le aziende, visti gli enormi investimenti che la Tesla sta affrontando da sola. Durante una teleconferenza con gli azionisti Musk ha detto che la ricarica rapida è un’ottima aerea su cui spartire le conoscenze con altri costruttori: “Sarei più che felice se usassero la nostra rete supercharger”, ha dichiarato. Per quanto non siano stati diffusi dettagli sull’argomento del confronto Tesla-BMW, è più che probabile che le collaborazioni inizino proprio dai sistemi di ricarica. Anche perché un altro punto debole – e oggetto di grandi investimenti – delle auto elettriche, vale a dire le batterie, sono escluse dai brevetti utilizzabili liberamente: la Panasonic, che sviluppa gli accumulatori per la Tesla, non ha alcuna intenzione di “regalare” le sue tecnologie ad altre aziende.