Mazzette in cambio di sanzioni cancellate all’Agenzia delle entrate. È il sistema che un ex dipendente e un funzionario dell’istituto di Reggio Emilia avevano escogitato insieme ad altre tre persone, tra cui anche un politico locale, per ottenere denaro da esercizi commerciali ed esercenti in difficoltà con i pagamenti. A scoprire il sodalizio sono stati i carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia, che lunedì 16 giugno hanno arrestato Anna Maria Corsi, una funzionaria dell’Agenzia delle entrate della città emiliana, in pensione dal 2009, e Attilio Riga, un funzionario ancora in servizio che per l’istituto era responsabile di un team con funzioni ispettive sulle attività. Il blitz ha portato a misure cautelari anche per un politico locale, il 71enne Gabriele Beltrami, ex candidato sindaco di Cavriago con la lista Alternativa civica, sostenuta da Forza Italia, che però non è riuscito ad ottenere un seggio in consiglio. Insieme alla moglie Vanna Montanari, Beltrami, che è stato anche dirigente tecnico del Comune e amministratore dell’ospedale di Novellara, è stato raggiunto dal divieto di dimora a Reggio Emilia. Stesso trattamento anche per Giovina Palazzo, un’altra dipendente dell’Agenzia delle entrate, che secondo gli inquirenti era compiacente al sistema.
Su tutti e cinque i soggetti del sodalizio indagati pendono a vario titolo le accuse di concussione, accesso indebito ai sistemi telematici dell’Agenzia delle entrate e rivelazione di segreto d’ufficio. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, il ruolo cardine era quello della funzionaria in pensione Corsi, che attraverso le sue conoscenze nell’ufficio degli accertamenti fiscali, riusciva ad avere indebitamente accesso al sistema informatico dell’ente. In questo modo venivano individuati gli esercizi in difficoltà o quelli con una situazione a rischio di sanzione, che avrebbero dovuto essere sottoposti a controllo. Qui entravano in gioco Beltrami e la moglie, che secondo l’accusa avevano il ruolo di facilitatori. I due avevano il compito di convincere i titolari delle attività che rischiavano di incorrere in sanzioni, a risolvere la situazione con mazzette da 10mila euro, in cambio di una verifica pilotata che avrebbe consentito di sanare le irregolarità. In cambio delle somme, che avrebbero dovuto essere divise tra i membri del sodalizio, i dipendenti dell’ufficio incaricato delle verifiche per l’Agenzia delle entrate, chiudevano un occhio e procedevano all’archiviazione della pratica.
L’indagine è partita dalla denuncia di un esercente, che ha portato alla scoperta di un modus operandi che nella provincia reggiana ha interessato almeno quattro attività nel settore della ristorazione. Ma i casi accertati potrebbero essere solo una piccola parte di quelli effettivamente esistenti, dal momento che è dal 2009 che la donna è in pensione dall’Agenzia e che ci potrebbero essere o essere stati molti altri episodi non denunciati. Nella mattinata di lunedì i carabinieri del nucleo investigativo, che da qualche mese seguivano l’indagine coordinata dalla Procura di Reggio Emilia e denominata “Nottingham”, hanno perquisito le abitazioni delle persone coinvolte e hanno setacciato la sede dell’Agenzia, sequestrando faldoni di documenti e portando via alcuni computer, da cui potrebbero emergere nuovi elementi per allargare l’inchiesta anche ad altre persone. Per questo i carabinieri hanno invitato i cittadini alla massima collaborazione con gli inquirenti e alla denuncia di episodi simili di cui sono stati vittima.