Carriera politica iniziata da giovane in Veneto, prima in sinistra giovanile, poi nell’allora Pds, diventa segretario Ds di Venezia, la sua città, e infine entra nella segreteria del vicesindaco all’epoca dell’amministrazione Costa. A Londra è da più di 10 anni, dove ormai ha famiglia, due figli e soprattutto è entrato nel Labour Party, dove nel 2012 fa è stato eletto per la prima volta consigliere. Cosa si prova ad essere il primo amministratore locale italiano della Gran Bretagna? “Intanto, questo è Camden, Londra”, risponde il neoeletto. “È una realtà assolutamente multietnica e plurale. Da parte degli inglesi vedo un grande senso di rispetto per chi, avendo un passaporto diverso, decide di impegnarsi per il bene della comunità. Il fatto di essere italiano e veneziano – una città conosciuta e amata dai britannici – aiuta nel costruire relazioni umane e politiche”.
Ovviamente nell’Inghilterra profonda, dove trionfa lo spirito identitario di Ukip, la storia sarebbe stata diversa.
“Quando mi candidai la prima volta come consigliere comunale i Tories fecero un volantino contro di me in cui si leggeva: non votatelo, non è inglese. Fu un boomerang”. “Non sono un corpo estraneo a questo quartiere, dove la politica è già multietnica. Un sindaco ‘europeo’, in un Paese sempre più isolazionista rappresenta al meglio lo spirito di Camden”. Difficile però dire se Pietragnoli si senta più italiano o inglese. Qualche imbarazzo per Italia-Inghilterra? “Dicevo ai miei amici che avrei tifato per l’Inghilterra perché ne aveva più bisogno”, dice scherzando. “Poi quando ne ho parlato a casa, mio figlio mi ha detto. ‘papà, noi viviamo qui, quindi Inghilterra’ “. Ecco come sfumano le differenze.
Qualche rimpianto per aver lasciato Venezia? Nessuno, anzi un po’ di disincanto verso la politica italiana. “A Londra ho imparato come un consiglio comunale si riunisce per programmare, per pensare l’assetto urbanistico, i servizi, le sfide da qui a 10, 15 anni. In Italia si rimane sul brevissimo termine”. Insomma neo-sindaco non ha nessuna intenzione di ritornare alla casa madre Pd. In tempi di scandalo Mose, poi. Parlando di quello che sta succedendo nel capoluogo veneto, Cacciari ha azzardato: “Proporrò a Lazzaro di tornare in patria” e correre per il comune. Pietragnoli, per ora, dice di star bene dove sta.
Twitter: @andreavaldambri
il Fatto Quotidiano, 17 Giugno 2014