Non solo grandi campioni, polemiche arbitrali e match giocati in condizioni climatiche improbabili. Il Mondiale di calcio in corso in Brasile è un evento di tale portata da investire settori anche ben distanti dallo sport facendo del Paese organizzatore il vero centro del mondo. E così c’è chi decide di raggiungerlo, con ogni mezzo possibile. È il caso di due imprese con protagonisti diversi ma con un unico comune denominatore: sfruttare il pretesto della kermesse iridata per imbarcarsi in progetti on the road fuori dal comune all’insegna della fatica e della solidarietà.

Il primo è nato grazie a tre amici inglesi tifosi di calcio (David Bewick, Adam Burns, e Pete Johnston) che hanno deciso di dar vita al progetto Walk to the World Cup, camminando dalla città di Mendoza in Argentina a Porto Alegre, una dei centri brasiliani dove si giocano i match della coppa del mondo. Un’impresa da quasi duemila chilometri iniziata lo scorso primo marzo e che li ha portati a destinazione l’8 giugno. Una faticaccia con uno scopo ben preciso, come indicato dai protagonisti sul sito dedicato al viaggio, quello di “Portare vicino al cuore della gente un progetto di solidarietà e magari nel frattempo guardarsi anche un po’ di calcio”. Sì, perché Walk to the World Cup ha una scopo filantropico: i tre camminatori volevano infatti sensibilizzare l’opinione pubblica sulla drammatica siccità che ha colpito il nord-est del Brasile e raccogliere 20mila sterline per affrontare parte di questa emergenza.

Uno scopo nobile, giunto amplificato al grande pubblico anche grazie a un “imprevisto” capitato lungo la strada. In Uruguay infatti alla comitiva si è unito un cagnolino nero che ha iniziato a seguire David, Adam e Pete i quali, convinti che si trattasse di un randagio, l’hanno ribattezzato Jefferson aspettandosi che dopo qualche chilometro si sarebbe stancato della loro compagnia. Niente di tutto questo, invece: il cane si è intestardito ed è giunto fino a Porto Alegre, coprendo circa 700 chilometri. Uno strano caso rimbalzato sulla stampa locale; ed è proprio lì che il padrone di Jefferson (il cui nome è in realtà Negro) ha riconosciuto il suo animale domestico scappato di casa e, sollevato e divertito, ha deciso di andarlo a recuperare in Brasile.

Pensate che idee del genere vengano solo a chi ha qualche rotella fuori posto? Beh, allora queste persone un po’ svitate non devono essere poche perché, più o meno nello stesso periodo in cui David, Adam e Pete scarpinavano attraverso il Sudamerica un altro supporter inglese, Andy Smith, ha inforcato la sua bicicletta e si è sobbarcato un tour a pedali attraverso tutte le città brasiliane che ospitano le partite del Mondiale. Andy è partito dal punto dove si è fermata la marcia della Walk to the World Cup, cioè Porto Alegre, nello scorso gennaio e in cinque mesi ha toccato tutte le dodici località coinvolte nella coppa del mondo approdando a Manaus, città che ha ospitato l’esordio degli Azzurri proprio contro l’Inghilterra: un totale di oltre 5mila chilometri. Anche per Smith, che per partire ha lasciato il suo lavoro di contabile, l’obiettivo era raccogliere dei fondi per beneficenza come racconta nel blog Smudger Samba Cycle che ha narrato la sua singolare impresa.

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