Ammontano a 34 miliardi di euro le tasse in più che i cittadini italiani hanno dovuto pagare tra il 2010 e il 2013, secondo i calcoli di Confesercenti. La stangata per i contribuenti è dovuta all’aumento delle imposte, sia a livello centrale (14 miliardi) che locale (20 miliardi). Un fardello per le imprese italiane, che va ad aggiungersi a quello della crisi del mercato interno. Nei primi cinque mesi del 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, hanno cessato l’attività 53.037 imprese operanti nel commercio e nel turismo. Nello stesso periodo, le nuove aperture in questi settori sono state appena 32.230, con un saldo finale negativo di -20.807 unità.
“Siamo ancora nella palude” e, anche se “qualcosa sta cambiando”, per arrivare “ad una vera ripresa dobbiamo rimuovere gli ostacoli che frenano la nostra crescita”. Lo ha affermato il presidente di Confesercenti Marco Venturi, intervenendo nel corso dell’assemblea dell’associazione. “La fine del 2013 e l’inizio del 2014 sono stati ancora segnati dalla crisi – ha aggiunto – una crisi che sta diminuendo di intensità, ma che si sta trasformando in una fase di stagnazione“.
Dal 2010 a oggi gli enti locali hanno subito tagli per circa 30 miliardi. Le amministrazioni locali hanno ridotto fortemente alcune voci di spesa e soprattutto aumentato le entrate. “Parallelamente però – afferma l’associazione di categoria – a livello centrale non si è assistito a una riduzione del gettito, che invece ha continuato ad aumentare”. Le imposte sulla casa, dal 2005 al 2013, secondo le stime di Anama Confesercenti, sono passate da 28 a 52 miliardi di euro l’anno (+78%). E nel 2014 crescerà la tassazione su capannoni, negozi e altri immobili strumentali di imprese per l’effetto congiunto di più imposte nel 2014 potrebbe toccare, secondo l’associazione, gli 8,5 miliardi, rispetto ai 6,9 dell’anno precedente.
“Serve un nuovo Patto fiscale – ha spiegato il presidente Venturi -, nei prossimi cinque anni vogliamo un impegno solenne da parte del Governo, ma anche da Regioni ed Enti Locali, che preveda la restituzione di 10 miliardi l’anno a cittadini ed imprese, finanziato da tagli coraggiosi della spesa pubblica”.