È stato fatto un grande passo in avanti: le unioni civili tra persone dello stesso sesso saranno presto una possibilità concreta. Potranno godere di tutti i diritti previsti dal matrimonio. Adozione esclusa. Questa sarebbe la linea seguita dal ddl proposto dal governo di Renzi- anticipata dall’Unità– che a settembre approderà in Parlamento. Non chiamatele però nozze gay ma civil partnership, come il modello tedesco al quale è ispirato. Le coppie omosessuali potranno iscriversi all’ufficio dello stato civile in un apposito registro dedicato alle unioni tra persone dello stesso sesso. E usufruiranno degli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali sposate: diritto alla reversibilità della pensione in caso di decesso del partner, diritto alla successione, e l’importantissimo diritto all’assistenza in ospedale in caso di malattia. Non saranno quindi più discriminate quando entreranno in contatto con le istituzioni.

Non potranno adottare un bambino ma sarà loro permesso prendere sotto custodia eventuali figli avuti dal partner. Come vuole l’istituto della stepchild adoption ideato dal sistema inglese, che permette di occuparsi attivamente del figlio del proprio compagno nel caso in cui il genitore naturale venisse a mancare.

Tutto ciò riguarderà però soltanto le coppie dello stesso sesso e non quelle etero che convivono e non si vogliono sposare. Alle quali, decidendo di non farlo, non possono a loro essere estesi i diritti e i doveri che discendono dal matrimonio. Per queste coppie saranno previsti i cosiddetti patti di convivenza. Ecco questo è l’unico punto che non mi è ben chiaro. Quali diritti e doveri non saranno inclusi in questi patti di convivenza? Quali differenze con il matrimonio?

In ogni caso si è parlato per mesi (forse anni) soltanto di economia. Di Imu, Tasi, Spread, Pil. Finalmente è arrivato il momento di affrontare anche i diritti civili e nello specifico tutelare le unioni. Perché anche queste sono delle priorità.

Il nostro Paese è sempre in ritardo su queste tematiche. Fanalino di coda in Europa. Ma l’importante è che ci sia arrivato. Speriamo che questa sia una buona occasione per ridurre il gap che ci tiene ancora molto distanti dai paesi più civili. Per mettere da parte polemiche ideologiche e fare spazio ai diritti di tutti e in modo evoluto. Portando a casa la tanto attesa, e il più equilibrata possibile, legge sulle unioni civili dello stesso sesso.

Perché vanno incoraggiati tutti i rapporti d’amore. Non far finta di non vederli. Poi vanno tutelati. E aiutati a mantenere stabile il legame con i necessari diritti. Senza temere che maggiore libertà significhi un domani meno responsabilità. Anzi.

Su Twitter alla mia domanda alle Famiglie Arcobaleno se considerassero questo un passo avanti mi hanno così risposto: “Quando verrà fatta davvero lo considereremo un passo in avanti, di promesse ne sentiamo sempre tante, vogliamo i fatti”. E io me lo auguro. 

E chissà se dopo questo passo importante, la società inizierà a permettere loro di volere bene a dei bambini la cui alternativa sarebbe l’orfanotrofio. Forse anche l’adozione per coppie dello stesso sesso sarà concessa. Certo con l’aspettata lentezza all’italiana. 

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