La vicinanza ai luoghi del delitto. Il telefonino dell'indagato che agganciò la cella di Brembate poco prima della sparizione della tredicenne. La polvere di calce trovata nei polmoni della vittima e i tondini usati nell'edilizia. La personalità dell'indagato e il furgone bianco che fu visto allontanarsi a tutta velocità da un testimone
Innanzitutto c’è la prova scientifica. Quel test del Dna che fa coincidere al 99,99998% il profilo di Ignoto 1, l’assassino di Yara Gambirasio, con quello di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di 44 anni in stato di fermo con l’accusa di aver tentato di violentare e poi lasciato morire nel campo di Chignolo la ragazzina di Brembate.
La vicinanza ai luoghi del delitto. Ma in mano agli investigatori, polizia e carabinieri, ci sono anche altri elementi. La vicinanza ai luoghi del delitto: Bossetti, che al pm no ha risposto ma ha assicurato di essere “sereno”, abita a Mapello, vicino alla palestra da dove la tredicenne sparì, vicino al campo dove fu ritrovato il suo cadavere tre mesi e vicinissimo al cantiere di un centro commerciale (poi ricostruito) dove subito dopo la scomparsa i cani molecolari fiutarono tracce consistenti della vittima. Tutti luoghi conosciuti e frequentato dal presunto killer.
Il cellulare dell’indagato agganciò cella Brembate. Un altro indizio arriva dai tabulati telefonici. Il cellulare dell’indagato, in attesa di essere sentito dal giudice per le indagini preliminari Ezia Maccora lo stesso magistrato che ha archiviato la posizione di Mohamed Fikri, era nella zona di Brembate un’ora prima della scomparsa di Yara. Il telefonino fu spento poco prima della scomparsa della ragazzina e riacceso solo il giorno dopo, intorno alle 7 di mattina. Gli investigatori, che in questi giorni hanno intercettato Bossetti, stanno studiando il traffico telefonico dell’uomo.
La polvere di calce nei polmoni di Yara e i tondini usati nell’edilizia. Un ulteriore indizio arriva dalla polvere di calce. Nei polmoni e nelle ferite sul corpo della ginnasta furono trovate tracce di polvere di calce proveniente da un cantiere e nelle scarpe di Yara c’erano piccoli tondini come quelli usati nell’edilizia. Un legame con il mondo dell’edilizia che aveva fatto subito pensare che l’assassino potesse essere un muratore come del resto era il marocchino Fikri, che lavorava proprio nel cantiere di Mapello.
Bossetti è nipote biologico della colf di casa Gambirasio. Bossetti è nipote biologico della collaboratrice domestica della famiglia Gambirasio. Il dubbio è che il presunto killer potesse in qualche modo conoscere Yara. Ma questa è una suggestione come quella che riguarda la madre di Bosettu, Ester Arzuffi, 67 anni, che sapeva di essere la madre del killer e sarebbe stata in silenzio per tutto questo tempo senza mai raccontare al figlio e alla sua gemella, Laura stesso nome del suo amante e padre dei suoi figli Giuseppe Guerinoni, la verità su come e quando erano stati concepiti. Per arrivare a lei, la madre di Ignoto 1 gli investigatori hanno individuato 525 donne che avevano avuto contatti con l’autista di Gorno, morto a 61 anni, anni fa e identificato solo alcuni mesi fa come il padre del mostro di Brembate. Se Ignoto 1 e Massimo Giuseppe Bosetti sono davvero la stessa persona sarà un Tribunale a stabilirlo.
La personalità dell’indagato e il furgone bianco. C’è poi la personalità dell’indagato che verrà tenuta in considerazione: su Facebook tra i tanti post, con le foto dei tre figli e cuccioli di animali, c’è anche quello inquietante in cui si vedono le mani di uomo che si avvicinano al seno di una giovanissima sdraiata e vestita con una maglietta su cui campeggia il disegno della tastiera di un computer: “La tastiera che tutti gli uomini vorrebbero avere”, la scritta. Ieri gli investigatori hanno sequestrato un Peugeot ranch di colore chiaro. Un piccolo furgone chiaro fu visto da almeno una testimone allontanarsi a tutta velocità dal luogo della scomparsa. Sul furgone e sulla Volvo station wagon saranno effettuati tutti i test scientifici del caso.
Yara morì di stenti e freddo nel campo di Chignolo. La tredicenne di Brembate, scomparsa il 26 novembre 2010, era stata ritrovata cadavere tre mesi dopo in un campo di Chignolo con i vestiti. Secondo l‘autopsia morì di freddo e di stenti e non per le ferite inferte dal killer. Da allora gli inquirenti e gli investigatori di polizia e carabinieri avevano promesso alla famiglia che l’assassino prima o poi sarebbe stato preso. Indagini lunghe e complesse sono incappate anche in un errore giudiziario. Per arrivare al profilo genetico di Ignoto 1 sono stati prelevati ed eseguiti 18mila test del Dna, alla madre biologica si Bossetti sono stati fatti due tamponi per essere certi che fosse proprio lei la donna che ebbe una relazione clandestina con Giuseppe Guerinoni (nella foto a sinistra).