Il blog propone, a titolo esemplificativo, due ipotesi di trasferimento su rotte tipiche della città di Gaudì: dalla centralissima piazza Catalunya alla Barceloneta, quartiere popolare che si affaccia sul mare, al prezzo di 5 euro, oppure dalla Rambla alla Sagrada Familia, monumento simbolo della città, al costo di 6 euro. Sembrerebbero due i punti di forza del nuovo sistema: la certezza della tariffa e la possibilità di condividere l’auto con altre persone. Non è proprio così, approfondendo sul sito si comprende che nella determinazione della tariffa rilevano due criteri, il tempo e la distanza, 30 centesimi al minuto e 80 centesimi per chilometro, con una tariffa minima di 3 euro. Dal lancio del 3 aprile si sono verificati due significativi eventi: l’11 aprile il blog ha pubblicato la foto dei primi utenti di Uber, segno di un sistema che stava per superare il normale rodaggio per guadagnare piccole fette di mercato nel trasporto pubblico. Pochi mesi dopo, il 10 giugno, il sito ha lanciato la prima promozione (“50% di sconti su tutti i percorsi”) che è sembrata la risposta operativa al blocco proclamato dai tassisti contro le nuove applicazioni. I quasi undici mila tassisti di Barcellona temono la concorrenza che viene da nuovi sistemi tecnologi e il deprezzamento di una licenza che oggi può valere circa 111 mila euro. I gestori del servizio si sono affidati a due slogan per replicare ufficialmente alle manifestazioni di categoria: “non fermeranno le idee che fanno progredire una città” e “faremo in modo che Barcellona continui ad essere in movimento”.
L’applicazione Uber è nata quattro anni fa a San Francisco e fa muovere persone in oltre cento città di tutto il mondo. Negli ultimi mesi è approdata a Pechino, Miami e in grandi città europee, con riscontri diversi: se in altri Continenti il rivoluzionario sistema ha incontrato meno resistenze lobbistiche, ostilità non sono mancate a Bruxelles, Milano e Barcellona.
La rude protesta dei tassisti ha bloccato l’applicazione nella capitale belga, nella città meneghina e ha creato non poche polemiche in Catalogna.
La Generalitat, l’esecutivo catalano, ha ceduto alle pressioni annunciando che richiederà la cessazione dell’applicazione se non si dispone delle autorizzazioni previste dalla legge sul trasporto terrestre (Lott), con multe salate per i trasgressori che vanno da 4000 a 6000 euro.
Provvedimenti che potrebbero travolgere anche “Blablacar”, altra app in voga negli ultimi tempi che consente di condividere viaggi di lunga percorrenza in vetture private. La limitata concorrenza ai tassisti di quest’ultima applicazione potrebbe metterla al riparo da interventi drastici.
Intanto l’app Uber continua a funzionare e il sito Blablacar oggi ci comunica che per il tragitto Barcellona-Lione i posti sono già completi, mentre per Barcellona- Valenza rimane un posto disponibile al prezzo di 28 euro.