Quello che gli Azzurri mangiano a tavola, per essere scattanti e sempre in forma, rimane in buona parte un mistero. Ma qualcosa della ricetta vincente, custodita dalle due nutrizioniste, Elisabetta Orsi e Veronica Nardi, che sono partite insieme agli atleti della Nazionale per vigilare scrupolosamente sui loro pasti, è trapelato proprio da parte di una delle esperte, intervistata in Brasile da LaPresse. I più attenti sapranno già che i nostri calciatori mangiano rigorosamente cibi made in Italy, come dimostra la loro adesione alla campagna #iomangioitaliano, promossa dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali.
Il tricolore è rappresentato non solo sulla bandiera ma anche nei prodotti che la fanno da padrone nei pasti degli Azzurri: rosso come la bresaola, bianco come il parmigiano e verde come l’olio extravergine di oliva. Gli altri alimenti al centro della dieta dei ragazzi di Prandelli in Brasile sono il pesce e la frutta secca, ricchi di acidi grassi polinsaturi e l’ananas, ideale per favorire la digestione. Un’alimentazione che si adegua al variare della condizioni climatiche, particolarmente ostili in questa edizione dei campionati mondiali di calcio. L’esordio contro l’Inghilterra è stato un successo, ma le prossime due partite si giocheranno all’ora di pranzo (ora locale): cosa cambierà? È prevista “una colazione ‘rinforzata’ prima di Recife e Natal dove saranno preparati dei centrifugati di frutta e verdura per ridurre gli effetti collaterali di troppa fibra prima della gara ma per mantenere tutti i benefici dei sali minerali delle vitamine e degli antiossidanti tipici di questi alimenti”, ha spiegato a LaPresse la dottoressa Orsi.
Nel regime alimentare degli Azzurri non mancano i prodotti tipici brasiliani come ananas, papaia, mango e acqua di cocco, fondamentali per l’integrazione e il recupero muscolare. Ma i famosi “sgarri” nella dieta? Tranquilli, anche ai campioni sono concessi, ma con moderazione: una coppa di gelato, una fetta di crostata o un boccale di birra.
Diciamoci la verità, i comunissimi tifosi non sono bravi come i loro beniamini in maglia azzurra nella scelta di alimenti ricchi di acqua e vitamine: chi più chi meno, tutti siamo corsi a fare scorta di birre ghiacciate, pop corn e patatine. Sgranocchiando uno snack dietro l’altro davanti alla tv, il rischio è quello di mettere su tre o quattro chili, altro che prova costume! Ci viene in aiuto la “dieta del tifoso”, suggerita dal Pietro Migliacco, presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione: prima della partita una bella caprese (torna il tricolore, ma stavolta con pomodoro, mozzarella e lattuga) condita con olio d’oliva e accompagnata da un po’ di pane; stuzzichini a base di frutta fresca come cocomero, ananas e melone (prendendo esempio dagli Azzurri: anche loro mangiano “frutta a colori”).
E a fine partita? Semplice: ci si adegua al risultato del match, risotto al nero di seppia e macedonia di more in caso di sconfitta. Per esultare, invece, un calice di spumante e pasto libero in allegria, da compensare il giorno dopo con una giornata light in cui si assumono soltanto all’incirca mille calorie. Per farsi un’idea: a colazione caffè e latte scremato con un cucchiaino di zucchero e due fette biscottate con un velo di marmellata, spuntino di metà mattina con yogurt magro o una barretta di cererali, tonno sgocciolato o formaggio leggero con insalata e mezzo panino a pranzo, di pomeriggio una mela o un ghiacciolo, e per cena carne bianca o pesce con contorno di verdure, un cucchiaino d’olio e un’altra mezza rosetta di pane. Non proprio facile da mettere in atto: ma, come abbiamo visto, pure ai campioni per stare per stare in forma tocca fare qualche sacrificio.