Carlo Lissi, l’uomo che ha confessato di avere ucciso la moglie e i due figli nella villa di famiglia a Motta Visconti (Milano), non ha risposto alle domande del gip, stamani, nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Il presunto assassino si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari Annamaria Oddone.
Dopo essere stato fermato con l’accusa di aver massacrato moglie e i due figli al pm aveva detto: “Voglio il massimo della pena”. Lissi deve rispondere dell’omicidio della la moglie Cristina Omes di 38 anni e dei figli Giulia di 5 e del piccolo Gabriele di 20 mesi. L’uomo aveva una passione non corrisposta per una collega e vedeva nella famiglia un ostacolo insormontabile. Al pm che gli contestava l’esistenza del divorzio l’uomo ha risposto: “I figli sarebbero rimasti”.
L’uomo ha trascorso le sue prime ore in carcere in isolamento, sotto monitoraggio, e senza tradire emozioni particolari. Non avrebbe tenuto comportamenti anomali e non avrebbe smentito l’impressione da ‘uomo di ghiaccio‘ che ha fatto nelle prime fasi dell’arresto. Prima del fatidico lunedì scorso, infatti, quando, dopo la confessione, è stato trasferito in carcere, era stato lungamente sentito, e ancora si pensava fosse solo un uomo al centro di un’immane tragedia anche se qualcosa nel suo comportamento già non quadrava agli investigatori dell’Arma: “Mentre il padre, nonno dei bambini uccisi, si è sentito male per il dolore ed è stato portato via in ambulanza – racconta un ufficiale – lui prima si è fatto portare una pizza perché aveva fame e poi è andato a casa a dormire”.
Quando, con l’incrinarsi della sua versione, è stato richiamato in caserma (dopo aver riposato per diverse ore) ed è passato da persona informata dei fatti a indagato, solo allora, si è lasciato andare in due momenti: quando i carabinieri gli hanno contestato la sua passione per una collega, mettendolo con le spalle al muro, e quando, durante la confessione, ha ripercorso gli attimi e le modalità con cui ha sgozzato i suoi due figli di 5 anni e di 20 mesi. “Qualche lacrima, non certo un pianto disperato, e nessun altra reazione emotiva”.
Oggi è prevista l’autopsia delle tre vittime nell’istituto di medicina legale a Pavia. Gli inquirenti stanno cercando di velocizzare al massimo le procedure, in modo da poter affidare le salme alla famiglia il prima possibile: i funerali sono stati fissati per sabato. La cerimonia si svolgerà alle 10 nella parrocchia di San Giovanni Battista di Motta Visconti, dove dalle 8.30 sarà allestita la camera ardente. Il sindaco Primo De Giuli ha dichiarato per quel giorno il lutto cittadino. Già oggi, inoltre, potrebbe anche svolgersi il sopralluogo del Ris nella villa della strage che era previsto per domenica scorsa, e che è stato sospeso quando Lissi è stato posto in stato di fermo per permettere alla difesa di esercitare i diritti di garanzia dell’indagato.