Renzo Tosi, professore ordinario di Letteratura Greca all’Università di Bologna, commenta il brano “L’ignoranza acceca gli uomini”, scelto per la traduzione al liceo classico. "Si tratta di un testo alla portata di chi ha un buon livello di greco", dice. Ma ci sono alcuni passaggi critici
Una versione abbordabile per gli studenti (e non semplicissima da trovare su internet). Un autore affascinante, un messaggio chiaro e calzante alla maturità 2014. La scelta di Luciano e della sua “L’ignoranza acceca gli uomini” (tratto dall’opera “Contro un bibliomane ignorante”) convince Renzo Tosi, professore ordinario di Letteratura Greca all’Università di Bologna. L’esperto grecista crede che i liceali di tutta Italia non avranno troppe difficoltà a tradurre il testo proposto dal Ministero: “E’ un brano scritto in una lingua piana, alla portata di chi ha un buon livello di greco”, dice a ilfattoquotidiano.it. Le difficoltà principali presentate dalla versione risiedono essenzialmente nella lunghezza del periodo finale, da riordinare bene dal punto di vista logico. E poi in un paio di passaggi più critici.
“La quarta riga – spiega Tosi – οὐδὲν δέον è effettivamente ardua da rendere: viene presentata come un inciso, ma è davvero poco chiara. Anche le traduzioni ufficiali sono farraginose e non convincono del tutto”. L’altro scoglio si trova nel periodo successivo, nella frase οὐ διαλείπομεν τὰ πολλὰ ὀλισθαίνοντες: qui la complessità è dovuta al corretto valore da assegnare al verbo principale. “Alla voce διαλείπω la traduzione del dizionario è ‘lasciare intervalli, sospendere’, ma qui il verbo assume un valore metaforico: l’autore ha in mente l’immagine dell’andatura corretta, vuole dire ‘ad ogni passo che facciamo’; fermandosi invece al significato principale non si riesce a cogliere il senso della frase. Bisogna avere pazienza e scandagliare a fondo le voci secondarie del vocabolario per uscire indenni da questo passaggio”.
Per il resto il testo scorre abbastanza fluido. “Ho fatto anche un esperimento – afferma Tosi – Ho esaminato la versione insieme ad un mio studente proprio per vedere dove il brano mette più in difficoltà i ragazzi. Ed effettivamente a parte questi due punti non ci sono grandi difficoltà. In più – aggiunge – si tratta di passaggi abbastanza circoscritti: gli studenti possono anche permettersi di sbagliarli senza compromettere il senso della versione. Per questo mi sento di dire che il Ministero sia stato comprensivo”.
Interessante anche la scelta dell’autore: è solo la quinta volta negli ultimi cinquant’anni che alla maturità classica capita Luciano, ma la seconda negli ultimi sei anni. Il retore di Samosata era già uscito nel 2008, allora con il suo “Codice etico per lo storico”. “La scelta – spiega Tosi – probabilmente è condizionata dalla volontà di trovare un testo la cui traduzione non sia immediatamente disponibile su internet. In passato si andava più sugli autori tradizionali. Oggi, nell’epoca degli smartphone, è chiaro che i professori cercano quanto meno di rendere più difficoltosa la ricerca della traduzione: è un’opera secondaria di Luciano è sicuramente meno facile da trovare di un brano di Platone o Tucidide. Comunque si tratta di un autore molto affascinante, non classico ma fondamentale per la sua epoca”. Chiosa finale sul contenuto del testo. Che presenta un messaggio chiaro: la critica dell’ignoranza come fonte primaria dei mali degli uomini e della società. “L’incipit nell’opera di Luciano aveva probabilmente una valenza soprattutto retorica, ma così estrapolato assume un valore etico che è effettivamente molto calzante per la maturità classica. Un invito a combattere sempre l’ignoranza, perché solo dalla conoscenza possono venire azioni virtuose. Il modo migliore per congedare gli studenti dai loro studi classici”, conclude Tosi.
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