La vittoria con l’Inghilterra con record di possesso palla e di precisione nei passaggi non deve ingannarci. La strategia adottata era specifica per quella gara. L’Italia dovrà essere in grado anche di cambiare pelle alla bisogna, di rinunciare ad uno dei suoi play nel caso ci sia necessità di esprimere maggior velocità contro avversari che coprono meglio in campo, rispetto al modulo con 4 giocatori offensivi messo in campo dagli inglesi, e ripartono negli spazi… come la Costa Rica.
La squadra considerata più debole alla vigilia si è infatti sbarazzata dell’Uruguay con una tattica attendista ma mai rinunciataria.
Contro una squadra così chiusa sarebbe importante trovare presto il gol del vantaggio per poi poter giocare, a nostra volta, di rimessa. Per questo servirà una partenza aggressiva, una gara meno ragionata rispetto a quella dell’esordio. In quest’ottica rafforzare il reparto offensivo con giocatori dinamici e tecnici come Insigne o Cerci potrebbe essere utile, come potrebbe essere una buona alternativa l’impiego dal primo minuto di Parolo nel terzetto di centrocampo che ha, rispetto ai titolari visti nel primo match, più capacità di inserirsi in attacco senza palla e più fisicità per contrastare gli aitanti avversari nei duelli aerei.