Replicano indignati il giudice Pietro Lignola e l’avvocato Sergio Cola, ex parlamentare di An, citati dal neopentito della camorra casalese Antonio Iovine come referenti per aggiustare processi in corte d’assise d’appello a Napoli. Iovine ha parlato di alcuni processi per omicidio nei quali, dopo la condanna in primo grado, ha ottenuto l’assoluzione in appello dopo aver versato denaro a Cola in relazione al suo presunto rapporto privilegiato con Lignola, all’epoca presidente della corte.
“Se Iovine è stato assolto, significa che doveva essere assolto. Tutelerò la mia onorabilità in tutte le sedi”, afferma Pietro Lignola, oggi in pensione, in un’intervista a Repubblica. “Io non so nulla – prosegue -. E ricordo che la Corte d’Assise d’appello non è l’ultimo grado di giudizio. Se nelle sentenze vi fossero stati errori o vizi di legittimità, sarebbe intervenuta la Cassazione”.
Quanto al rapporto con l’ex parlamentare di An, aggiunge, “conosco l’avvocato Cola, come tutti a Palazzo di Giustizia. Ma è una sciocchezza pensare che questo possa aver influito sulle decisioni della Corte da me presieduta”. Al Corriere del Mezzogiorno dice che non si sente “sereno” ma ”incazzato”. “L’Italia – spiega – è il Paese degli errori giudiziari. Prima ti sbattono in galera, poi ti scarcerano, dopo anni magari ti assolvono e nel frattempo sei rovinato. In questo Paese un giudice per vivere tranquillo dovrebbe condannare sempre”.
Respinge ogni accusa anche l’avvocato Cola: “Mi sento profondamente offeso e indignato da questa colata di fango”, spiega a Repubblica l’avvocato a cui Iovine affidò la propria difesa in uno dei processi citati. “Denuncerò Santonastaso (il legale storico del boss casalese che avrebbe suggerito di rivolgersi a Cola per aggiustare il processo, ndr) per millantato credito e chiunque altro accosterà il mio nome a episodi illeciti – afferma -. Basta leggere il verbale per comprendere come io abbia esclusivamente svolto il mio lavoro di avvocato. Ho difeso questo signore (Antonio Iovine, ndr) una sola volta, nel 2002. Lo stesso Iovine precisa, nel verbale, di avermi corrisposto somme esclusivamente a titolo di onorario per la mia attività professionale. Ma certo non cento milioni di lire come sostiene lui, nonostante fosse un processo estremamente complesso”.