La denuncia arriva dall'Ordine dei Geologi: "Il provvedimento limita un settore strategico in un territorio recentemente colpito da alluvioni e frane". La replica: "Puntiamo solo a potenziare la struttura"
Il 3 giugno scorso, la Regione Lazio ha stabilito la “soppressione del Servizio geologico e sismico regionale”, struttura chiave per la prevenzione e la riduzione dei rischi naturali. L’Ordine dei Geologi del Lazio ha lanciato un duro monito contro quella che ritengono una decisione grave e poco lungimirante. “Questo atto di riorganizzazione interna – spiega il presidente dell’Ordine, Roberto Troncarelli – si basa sulla miope ed erronea logica di limitare gli uffici strategici per la riduzione dei rischi geologici, in un territorio recentemente colpito da alluvioni e frane. Calamità che, a ben vedere, cadono nel dimenticatoio con troppa facilità, quando si tratta di tagliare enti e uffici, che operano per la tutela della salute collettiva. La conoscenza delle pericolosità geologiche – rimarca Troncarelli – è alla base di qualsiasi azione di prevenzione per pianificare al meglio il territorio ai fini della salvaguardia della popolazione”.
L’ufficio geologico e sismico regionale secondo Troncarelli era già in seria difficoltà operativa prima della soppressione. “Ricordo – prosegue il presidente – che in campagna elettorale Zingaretti aveva assicurato il proprio impegno sulla gestione del dissesto idrogeologico che nel Lazio colpisce 372 comuni su 378. Stessa attenzione fu ribadita dall’assessore all’Ambiente, Fabio Refrigeri, al quale, in occasione di un incontro ufficiale, chiedemmo di elevare alla ‘dignità’ di Area, l’ufficio geologico e sismico regionale, che appariva depotenziato di competenze e funzioni, addirittura senza un dirigente per coordinare i 20 geologi dell’ufficio”.
Anche il segretario dell’Ordine dei Geologi del Lazio, Tiziana Guida, critica fortemente la soppressione dell’ufficio geologico e sismico. “Premesso che con questa operazione – rimarca la Guida – non c’è nessun risparmio per l’amministrazione regionale, visto che i tecnici confluiranno nell’Area ‘Difesa del suolo e bonifiche’, il Lazio sarà l’unica regione con rischi geologici a non avere un ufficio specifico. Questo non aiuta nella grande azione di sensibilizzazione di cittadini e amministratori locali che la nostra categoria sta cercando di portare avanti con fatica. A differenza di tanti altri servizi geologici regionali, tra cui l’Emilia Romagna, dove da anni ci si preoccupa di approfondire la conoscenza dell’assetto geologico del territorio e si dispone di una propria carta geologica e di un inventario aggiornato delle frane presenti, qui si depotenzia un servizio essenziale per l’incolumità dei cittadini. Basti pensare che quasi nessuna delle aree colpite dagli eventi calamitosi di gennaio scorso a nord di Roma era individuata a rischio. Aree che uno studio tecnico avrebbe facilmente riconosciuto pericolose e degne di attenzione e di interventi preventivi. Invece di fare un mea culpa per i disastri che si potevano evitare – conclude il segretario dell’Ordine – la Giunta regionale sopprime l’ufficio deputato alla prevenzione degli stessi mentre crea un’Agenzia autonoma di protezione civile che interviene a disastro ormai avvenuto”.
La Regione Lazio risponde alle polemiche con un comunicato: “In merito alla presunta soppressione del Servizio geologico e sismico regionale denunciata dall’Ordine dei Geologi del Lazio, l’amministrazione regionale precisa che non vi è stata soppressione della struttura, ma una semplice riorganizzazione interna. Con una determinazione dirigenziale, infatti, la Regione Lazio ha ricondotto le funzioni dell’Ufficio geologico e sismico regionale all’interno dell’Area per la Difesa del Suolo, usufruendo delle diverse professionalità già presenti e con le medesime funzioni. Compito della suddetta Area è quello relativo alla difesa delle coste, alla difesa dal rischio idraulico connesso sia ad aste fluviali che a reti di bonifica, alla difesa dal rischio di frane, alla difesa dal rischio depauperamento dei sistemi naturali. Nessuna visione miope o errata, ma un atto di riorganizzazione volto a potenziare gli uffici, nell’ottica del risparmio imposto dalla spending review e per depotenziare il rischio sui territori del Lazio. Da parte dell’amministrazione regionale non vi è, dunque, alcuna intenzione di eliminare una struttura all’avanguardia, composta da tecnici geologi qualificati, professionisti che sanno che la tutela dell’ambiente è efficace se frutto di una strategia complessiva”.