L'ex parlamentare del Pdl aveva chiesto l'annullamento dell'assemblea del 2013 che ha nominato gli attuali vertici dell'istituto. Il giudice nomina un consulente tecnico
Il tribunale di Brescia ha nominato un consulente tecnico d’ufficio per verificare, attraverso l’esame della documentazione societaria di Ubi Banca, quanti fossero i soci dell’istituto alla data dell’assemblea del 21 aprile del 2013. E’ quanto si legge in una nota del presidente delle Cartiere Pigna, Giorgio Jannone. L’ex parlamentare del Pdl che, in qualità di socio dell’istituto e di Presidente dell’Associazione Azionisti Ubi Banca, ha promosso una causa per ottenere l’annullamento dell’assemblea che ha eletto gli attuali vertici della banca al centro di un’inchiesta della Procura di Bergamo, si è detto “estremamente soddisfatto” per l’approfondimento disposto dal giudice e ha sottolineato come le istanze di Ubi Banca, che aveva formalmente richiesto al Giudice delle Imprese di non dare proseguo alla causa da lui promossa, sono state ritenute non meritevoli di accoglimento.
“Le ragioni di tutti i soci, insieme alle nostre, ragioni che ho avuto la forza di sostenere in sede civile e penale, trovano ogni giorno, grazie al meritorio lavoro della Magistratura, della Guardia di Finanza di Banca d’Italia e Consob, riscontri sempre più concreti – ha detto Jannone -. Andiamo avanti quindi con serenità e determinazione, convinti come siamo di avere impresso una svolta decisiva alla storia di banche colpevolmente autoreferenziali, lontane dalle esigenze dei soci, delle famiglie e delle imprese del territorio”. Jannone, che in occasione dell’assemblea contestata aveva presentato una sua lista, afferma che dovessero essere ammessi all’assise solo i soci in possesso di almeno 250 azioni, ritenendo che già allora dovesse operare il limite al possesso azionario che il consiglio di sorveglianza di Ubi Banca ha introdotto nello statuto all’inizio del 2014, adeguandosi a una legge di dicembre 2012. A fronte di 87.150 soci ufficialmente risultanti nell’avviso di convocazione, secondo Jannone sarebbero stati titolati a partecipare all’assemblea solo in 1.047 mentre la banca in giudizio ha affermato che, anche nel caso in cui il limite fosse già stato operativo, i soci con le 250 azioni sarebbero stati 66.337.