Il rating etico di UnipolSai Assicurazioni è “sotto la media” secondo il giudizio di Standard Ethics che le ha assegnato una singola ‘E’. “A seguito dell’istruttoria, emerge che UnipolSai abbia acquisito e messo a regime il complesso sistema di responsabilità sociale d’impresa (Csr) del proprio gruppo di riferimento (Gruppo Unipol). E’ caratterizzato da numerose iniziative aziendali, da un’attenta comunicazione d’impresa ed una rendicontazione ricca ed articolata, facilmente disponibile sul sito ed effettuata secondo modalità standard in modo più che soddisfacente” ma, sottolinea Standard Ethics nella sua nota di accompagnamento “i documenti principali sulla Csr, primi fra tutti la Carta dei valori e Codice etico, non si basano sulle raccomandazioni e le comunicazioni proposte dalle Nazioni Unite, dall’OCSE e dall’Unione Europea”. Non sono quindi inclusi “il tema dei diritti umani o della parità di genere. Inoltre, appare penalizzante anche l’eccessiva genericità di principi adottati”. Non solo. “UnipolSai deve offrire particolari garanzie d’indipendenza agli azionisti di minoranza e tenuto conto che sono numerosi i consiglieri di UnipolSai che cumulano più incarichi all’interno dello stesso Gruppo Unipol”, è la conclusione.

Intanto i vertici del gruppo gettano acqua sul fuoco delle inchieste giudiziarie che hanno toccato anche l’amministratore delegatCarlo Cimbri indagato per aggiotaggio. “Affronteremo con tutta la tranquillità del caso le recenti indagini, certi che non scalfiranno in nessun modo la reputazione, la solidità, e l’onestà del gruppo”, ha detto il presidente Pierluigi Stefanini, nel corso delle presentazione del piano triennale di sostenibilità 2013-2015 esprimendo “piena fiducia e gratitudine a Carlo Cimbri ed ai suoi collaboratori per il lavoro svolto in questi due anni così impegnativi e difficili”.

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