Gerontocrazia: Unicoop Firenze, Campaini prima va poi resta
Viviamo tempi di cambiamento, lo si capisce dalle resistenze. L’anagrafe e un vento diverso che tira nel paese portano all’uscita di scena di personaggi che, per dirla come il Premier Matteo Renzi, durano dal tempo di Richard Nixon! E’ questa la storia di Turiddo Campaini, Montelupo Fiorentino, classe 1940, artefice nel 1973 della fusione delle Coop toscane e da allora presidente di Unicoop Firenze. Un gigante della distribuzione: quasi 8.000 dipendenti, 1.200.000 soci, 2,5 miliardi di fatturato. Membro e vicepresidente dal 2003 del consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi di Siena dove la sua organizzazione aveva fatto un rilevante e infelice investimento, si è dimesso dal consiglio della banca nell’ottobre 2013 forse in contrasto con il nuovo management, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola.
La notizia positiva è che Campaini lascia la poltrona (aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato!) a Daniela Mori, 52 anni, a lungo responsabile dei rapporti con i soci e dei progetti sociali: una scelta di valorizzazione interna
Dunque il manager esce di scena? Non del tutto. Infatti lo statuto è stato modificato per creare la figura di presidente onorario da individuare “fra personalità che abbiano contribuito in modo rilevante allo sviluppo e alla affermazione delle cooperative”. Un profilo quasi pensato su misura per la storia di Campaini e i soci hanno potuto eleggerlo a tale carica. Unicoop Firenze potrà in tal modo continuare ad avvalersi della sua esperienza. Già nel 1828 Jean James Fazy, primo autore a usare in senso moderno il termine gerontocrazia, titolava un suo pamphlet, De la Gérontocratie, ou Abus de la sagesse des vieillards!