La polizia di Macao, paradiso fiscale e finanziario della Cina, ha colpito due organizzazioni criminali che insieme avrebbero gestito scommesse per un miliardo di dollari
Una serie di raid della polizia in un albergo di Macao, ex colonia portoghese e nuovo paradiso fiscale e finanziario della Cina, rischia di scoperchiare l’immenso vaso di Pandora delle scommesse illegali e dei match truccati al Mondiale di Brasile 2014. Solo in questo caso si parla di due distinte associazioni criminali che insieme avrebbero gestito scommesse per oltre un miliardo di dollari su partite della Coppa del Mondo, con singole puntate anche di 50 milioni di dollari su un match mondiale.
Cifre astronomiche confermano i sospetti della vigilia, quando il responsabile anticorruzione alla Fifa, Ralf Mutschke, aveva avvertito che al di là dei risultati combinati ci sarebbe stato il problema dello spot fixing: quando la scommessa è su una sola porzione di gara (rimessa laterale, calcio d’angolo, cartellino giallo etc) per la cui realizzazione non è necessaria la partecipazione di molti elementi, ma anche di un solo giocatore. Comportamenti impossibili da individuare con certezza e che muovono giri di soldi immensi.
Il primo raid, frutto della collaborazione delle polizie di Hong Kong, Guangdong e Macao, è stato effettuato dalla polizia giovedì sera in un albergo di cui non è stato reso noto il nome, e ha portato all’arresto di ventidue persone (tra cui malesi, cinesi continentali e di Hong Kong) e al sequestro di diversi computer e telefoni che fanno pensare a una vera e propria organizzazione con ramificazioni internazionali. Un’agenzia di allibratori clandestini che occupava tre stanze contigue dell’albergo e che maneggiava soldi in contanti e attraverso conti correnti locali. Venerdì poi un secondo raid nel medesimo albergo ha portato all’arresto di altre quattro persone, membri di una seconda e diversa associazione criminale.
Il portavoce della polizia di Macao Suen Kam-fai ha dichiarato al quotidiano South China Morning Post: “Tutto fa pensare che questo gruppo accettasse scommesse continue, prima, dopo e durante le partite. Per questo era necessario avere un numero così alto di dipendenti e la possibilità di intervenire prontamente via telefono o via computer”. Nelle ultime settimane il numero di arresti legati alle scommesse clandestine nella sola provincia di Macao è salito a 39, per un giro di soldi impossibile da quantificare. Nella prima operazione di giovedì la polizia ha parlato di un giro di almeno 5 miliardi di dollari hongkonghesi, al cambio quasi 700 milioni di dollari, scommessi in una sola settimana sui Mondiali di Brasile 2014, e di una singola puntata di 70 milioni su una sola partita. Quale ancora non si sa, così come non è dato sapere se queste scommesse siano state in grado di influenzare i risultati o influire sui comportamenti dei giocatori in campo. Ma i precedenti non lasciano ben sperare.
Sul secondo intervento nel medesimo albergo, avvenuto ieri mattina, le notizie non sono ancora precise, ma sembra che anche qui siano state individuate scommesse per la medesima cifra – 5 miliardi di Hong Kong, 700 milioni di dollari – tutte giocate in una sola giornata di Coppa del Mondo. Il che alzerebbe e di molto la posta generale sulla settimana mondiale. La Fifa per contrastare il giro di scommesse illegali in vista di Brasile 2014 aveva messo in piedi una task force imponente, in stretto e continuo contatto con le 32 federazioni nazionali calcistiche partecipanti al Mondiale e con un centinaio dei più importanti e noti bookmakers in giro per il mondo. Ma come ampiamente previsto, nulla è in grado di arginare la nuova frontiera delle scommesse clandestine, sempre e sorprendentemente un passo avanti a chi le rincorre. Nonostante i numeri imponenti, nell’albergo di Macao è stata trovata una goccia dell’immenso mare nel quale si muovono gli allibratori clandestini. E nel quale potrebbe essere deciso il destino di partite di calcio viste da centinaia di milioni di spettatori.
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