“Se la mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare“. E’ bufera sul prefetto di Perugia Antonio Reppucci: due giorni fa alcune sue “sorprendenti” dichiarazioni su droga e famiglia, ieri la “dissociazione” del Procuratore della Repubblica, oggi prima la richiesta di rimozione da parte di Sel, poi l’ira del premier Matteo Renzi. E in serata, mentre Reppucci parlava di “gigantesco fraintendimento”, l’epilogo, firmato dal ministro dell’interno Angelino Alfano: dichiarazioni del prefetto “gravi e inaccettabili”, “non può restare”, “assumerò immediati provvedimenti”. Rimozione di fatto decretata e subito controfirmata con un tweet dal premier Renzi, che si è detto “grato al ministro Alfano per l’intervento”.
La vicenda comincia due giorni fa quando il prefetto Reppucci, con accanto il procuratore generale Giovanni Galati e i vertici di polizia, carabinieri e guardia di finanza, dice in una conferenza stampa che il problema della droga “esiste a Perugia come nel resto d’Italia, da nord a sud, ma non con le dimensioni apocalittiche che vengono rappresentate”: Perugia, dunque – secondo il prefetto – non è una centrale dello spaccio. Poi l’affondo: il prefetto spera “che i padri taglino le teste ai figli che assumono stupefacenti” e aggiunge che “il cancro è lì nelle famiglie, se la mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare”. Ieri il procuratore della Repubblica reggente di Perugia Antonella Duchini si dissocia “in maniera netta” da quelle frasi: “Le famiglie, che non devono sentirsi isolate ma piuttosto supportate e coinvolte”.
“La mia è stata una provocazione. Volevo dire che la famiglia deve fare di più”, replica il prefetto, che chiama in causa Papa Francesco. “Anche il Papa – dice – ha invitato a fare di più. Le mie frasi sono state estrapolate da un discorso più ampio (nel quale ho sottolineato l’ottimo lavoro delle forze di polizia) ed erano un richiamo alle famiglie, al loro senso di responsabilità. Come tutta la società civile devono fare di più, creare un argine al fenomeno della droga, altrimenti la guerra non si vince mai. In quanto ho detto non c’era alcuna generalizzazione ma un appello accorato – conclude il prefetto – anche come genitore e nonno, a fare tutti di più”.
La polemica non si placa e oggi il coordinatore nazionale di Sel Nicola Frantoianni sollecita l’intervento del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Interno per “l’immediata rimozione” del prefetto. Renzi chiede chiarimenti ad Alfano, mentre il prefetto tenta l’estrema difesa: “E’ stato un gigantesco fraintendimento del senso che volevo dare alle parole. Nessuno vuole il suicidio di nessuno. Volevo solo scuotere” a fare “gioco di squadra, famiglia compresa”. Ma lo scossone che arriva lo travolge: “Ho sentito le dichiarazioni del prefetto di Perugia – fa sapere il ministro Alfano -, sono gravi e inaccettabili. Non può restare lì né altrove. Assumerò immediati provvedimenti”. E Alfano subito incassa, via twitter, il placet del premier: “Le frasi del prefetto di Perugia sono inaccettabili, specie per un servitore dello Stato. Sono grato al ministro Alfano per l’intervento”.