Lunedì prossimo si svolgerà l’ultimo Consiglio provinciale di Milano. La giunta del presidente Guido Podestà (Ncd) termina, infatti, il proprio mandato il 23 giugno a mezzanotte, una settimana prima rispetto al normale iter previsto dal ddl Delrio che dal 1° luglio 2014 istituisce le Città metropolitane, trasformando le amministrazioni provinciali in enti di secondo livello con funzioni minime di pianificazione. Si tratta, in particolare, di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Per Roma Capitale è, invece, previsto uno status speciale. Così tra tre giorni la Provincia di Milano non esisterà più, ma continuerà in una versione light. Sino al 31 dicembre 2014, quando partirà la Città metropolitana di Milano, presidenza e giunta dovranno continuare a lavorare per l’ordinaria amministrazione, ma senza alcuna retribuzione. Disposizione che il presidente Guido Podestà giudica tuttavia “impropria“. “Se uno dedica il proprio tempo – dice – è giusto che un qualche emolumento lo porti a casa“. Chi, invece, ha davanto a sé un futuro incerto sono i 135 dipendenti provinciali non di ruolo. Si tratta di chi è stato assunto a chiamata diretta (come i membri dello staff di Giunta, del presidente o dell’ufficio stampa) e degli oltre 50 precari assunti attraverso regolare concorso pubblico. “Pur avendo tutti i diritti di essere reimpiegati in qualche altro ufficio pubblico – spiegano alcuni loro rappresentanti – in realtà nemmeno noi abbiamo alcuna certezza” di Fabio Abati
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