Una tachicardia dovuta probabilmente allo stress secondo L'Eco di Bergamo. L'uomo non ha avuto bisogno di cure ospedaliere. "Lasciate che vi dica - ha detto il parroco di Brembate rivolgendosi ai fedeli durante la messa- io spero solo che non sia quell'uomo lì, che non sia lui perché è un papà"
Massimo Giuseppe Bossetti è stato colto da un malore in cella nella mattinata di ieri. Una tachicardia dovuta probabilmente allo stress. Il muratore di Mapello è accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio e dal giorno del fermo è in isolamento e guardato a vista.
Secondo L’Eco di Bergamo l’indagato è stato soccorso dal personale del carcere e curato, mentre non è stato necessario l’intervento del 118. Bossetti, il cui Dna coincide al 99,999987% con quello lasciato sui legging e sugli slip della ragazzina, al gip ha dichiarato di non conoscere la ginnasta. Gli investigatori, che stanno continuando a indagare e cercare riscontri, hanno scoperto che l’uomo conosceva bene la zona di Chignolo dove il cadavere fu ritrovato il 26 febbraio 2011, a tre mesi dalla scomparsa.
“Spero che non sia lui perché è un papà” dice don Corinno Scotti, il parroco di Brembate, nel corso della messa celebrata questa mattina in ricordo di Yara. Il sacerdote, da sempre vicino alla famiglia della tredicenne uccisa, si è augurato che non c’entri nulla con l’omicidio perché padre di tre figli ed quindi appare inconcepibile che possa aver compiuto un gesto simile. “Lasciate che vi dica – ha detto il prete rivolgendosi ai fedeli durante la messa– io spero solo che non sia quell’uomo lì, che non sia lui perché è un papà”. Il parroco di Brembate, nella prima domenica dopo il fermo di Bossetti, durante l’omelia, ha fatto riferimento a una conversazione con i genitori della ragazza. “Yara è stata portata via dal Signore – ha detto don Corinno- perché tutti noi diventassimo più buoni”.
“Quando pensiamo a un omicida, pensiamo a una persona feroce. Qui siamo in presenza di una persona normalissima, padre di tre bambini, oso sperare che non sia lui. Un giorno dopo il ritrovamento di Yara, venne da me un padre e mi disse: don Corinno, quanto male è stato fatto a Yara; una madre mi disse: quanto bene ci ha fatto Yara… Poi venne un bambino e mi disse: io non voglio fare male a nessuno. Cari padri e madri – ha proseguito nell’omelia -, voi volete che nessuno faccia loro del male, ma quello che più dovete volere è che loro non facciano male a nessuno”. Poi ha ricordato le parole del padre di Yara, Fulvio, che nei giorni scorsi gli aveva detto: “Dì di pregare per la loro famiglia – riferito ai Bossetti – perché stanno soffrendo ancor più di noi”.