“Il club è in vendita”, ma sono arrivate “zero” manifestazioni di interesse, anche perché il presidente del Parma Tommaso Ghirardi vuole “manifestazioni di interesse serie, non di chiacchierata”. Il patron del club ducale, tra i primi ad arrivare in via Rosellini, a Milano, per l’assemblea dei presidenti dei club di serie A con al centro al cessione dei diritti televisivi 2015 – 2018, conferma la sua intenzione di vendere la sua squadra dopo l’esclusione dall’Europa League. La decisione è stata presa dall’Alta Corte del Coni a seguito del mancato versamento entro il 31 marzo 2014 di 280mila euro di Irpef relativi ad acconti pagati a suoi tesserati in prestito ad altre squadre, somma che la dirigenza pensava di dover pagare entro il 30 giugno.
“Questo ambiente ha bisogno di cambiamenti – ha spiegato Ghirardi – e io non sono la persona adatta per poterli fare. C’è chi è più importante di me e ci dovrebbe pensare. Io in questo mondo – si è sfogato con i giornalisti – non mi sento più nel mio. Se non cambia il calcio – ha aggiunto – le mie decisioni sicuramente non cambieranno e siccome non ho fiducia che cambi, credo sia difficile”.
“Dopo l’esclusione dall’Europa League – prosegue il patron – mi hanno chiamato tutti, ma la mia delusione sta nel fatto che si poteva fare qualcosa prima. La cosa era talmente banale che se la Lega si fosse mossa nella sua unità nei confronti di un club associato, si sarebbe potuta risolvere in maniera diversa questa questione. Io lo sport l’ho sempre fatto per divertimento, per raggiunge degli obbiettivi – ha precisato Ghirardi – ho raggiunto un sogno che era la Uefa, e non mi i fanno partecipare. In questo mondo non ci sto più”.
“Il Parma è una società solida, controllata dalla mia famiglia, Pietro Leonardi e noi siamo gli azionisti. La società non verra abbandonata – ha assicurato – e sarà sempre gestita nel migliore dei modi, ma senza un timoniere appassionato e innamorato di questo sport come me”.