Attacca la burocrazia dello Stato e la corruzione dentro Confindustria il presidente degli industriali Giorgio Squinzi, intervenendo all’assemblea di Federchimica a Milano. “Noi lavoriamo nelle regole e le rispettiamo: chi non lo fa deve stare fuori da casa nostra. Io su questo punto, come ho già sottolineato, sarò assolutamente inflessibile”, afferma.
“In Italia – prosegue parlando della Pubblica Amministrazione – il sabotaggio della crescita appare sistematico e va rimediato” se il Paese vuole uscire dalla crisi. “Non esiste luogo al mondo che richieda 7 anni – aggiunge Squinzi – per autorizzare un negozio, 15 anni per un supermercato, 11 per decidere di non autorizzare un rigassificatore, 170 giorni in media per incassare una fattura dalla Pubblica Amministrazione”. Il presidente di Confindustria denuncia anche “conferenze dei servizi, comitati contro gli investimenti, tutele ambientali assurde, rigidità sindacali fuori dal tempo e una burocrazia che sembra compiacersi nel rallentare gli investimenti e distruggere i posti di lavoro”.
Inoltre, aggiunge Squinzi, “lo Stato ha un enorme debito commerciale verso i suoi fornitori, che non siamo ancora riusciti a computare correttamente”. Il leader degli industriali denuncia anche “un’elefantiaca macchina statale che per anni ha dato soprattutto risposte al desiderio di un posto sicuro, di una consulenza, di una collaborazione o di una poltrona, prima che frani definitivamente occorre ridimensionarla e ridarle un volto giusto e benevolo verso tutti gli italiani. Le riforme dunque sono urgenti quanto necessarie”.