Entrati nella settimana conclusiva dei gironi di Brasile 2014, l’etichetta prevede birra in frigo e… biscotti in campo. Il calcio è così, l’ha spiegato anche il capitano dell’Italia Gigi Buffon, proprio in un ritiro con la nazionale azzurra, dicendo “meglio due feriti che un morto” per sminuire la portata dell’ennesimo scandalo scommesse che stava infestando il calcio italiano. Il confine è labile, se a due squadre per passare basta il pareggio (come Argentina e Nigeria, mercoledì 25 giugno ore 18, o Germania–Stati Uniti, giovedì 26 giugno ore 18) perché rischiare titolari, cartellini gialli o infortuni in vista degli ottavi di finale? Allo stesso modo però, con giri miliardari di scommesse clandestine sul Mondiale già scoperchiati a Macao, ecco che la Fifa avverte: una partita in cui il risultato è ininfluente come Brasile-Camerun (stasera ore 22) è a serio rischio combine.
Il confine è molto labile tra quello che dovrebbe essere il principio di lealtà sportiva, il pragmatismo del non farsi inutilmente male pensando entrambi a un radioso futuro e veri e propri accordi criminali sottobanco tra federazioni e governi. E il passato purtroppo è lastricato da strane storie e curiose coincidenze che confermano che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. E questo non l’ha detto Buffon, ma Giulio Andreotti. Andando a ritroso nella storia, grida ancora vendetta la decisione del ct brasiliano Pimenta di lasciare a riposo la stella Leonidas nella semifinale del Mondiale di Francia 1938 contro l’Italia: un eccesso di fiducia nella vittoria verdeoro? O un eccesso di pressioni della dittatura fascista italiana su quella di stessa ispirazione del caudillo brasiliano Vargas?
Entrando in epoca moderna, al Mondiale di Svizzera 1954 a Brasile e Jugoslavia basta un pareggio all’ultima partita del girone per eliminare la temibile Francia: la partita finisce 1-1. Vent’anni dopo anche una delle partite più epiche della storia del calcio, che ha segnato intere generazioni anche per la sua connotazione politica, potrebbe essere stata il frutto di un mero calcolo razionale. Il 22 giugno 1974 nell’ultima partita del girone mondiale di Germania 1974 s’incontrano ad Amburgo per la prima volta nella loro storia Germania Est e Germania Ovest, il patto di Varsavia contro la Nato. Vince la DDR con un indimenticabile gol di Jurgen Sparwasser, e la leggenda vuole che in molti in occidente da quella sera diventarono comunisti. Ma a guardarla bene quella sconfitta è convenuta molto di più alla RFT, che da seconda al girone successivo pesca le facili Polonia, Svezia e Jugoslavia invece delle temibili Argentina, Brasile e Olanda.
Quattro anni dopo, al Mondiale di Argentina 1978 c’è il biscotto forse più indigesto della storia mondiale, quello alla “Marmelada Peruana”. Ultime partite del secondo girone dei mondiali della dittatura e dei desaparecidos, chi arriva primo va in finale. Argentina e Brasile hanno gli stessi punti, Perù e Polonia stanno a zero, il Brasile batte 3-1 i polacchi e chiude a punteggio pieno con una differenza reti di +5, agli argentini due ore dopo non basta vincere, devono farlo con quattro gol di scarto. La partita finisce 6-0 per l’Argentina. Facile prendersela con il portiere argentino Quiroga, che difendeva i pali del Perù, unico a confessare che le sue uscite a vuoto in quella partita erano dovute a pressioni esterne. La storia parla di visite di Videla e Kissinger nello spogliatoio peruviano, di commissioni governative statunitensi e di forniture di grano argentine al paese andino. Già allora il calcio era un affare di stato.
Durante i Mondiali di Spagna 1982 Oliviero Beha porta a galla una storia di calcioscommesse, corruzione e camorra per quello che riguarda il pareggio tra Italia e Camerun (1-1) nella partita decisiva del girone, che fa passare gli azzurri a discapito dei leoni africani. Ma per amor di patria, nessuno si prende la briga di indagare seriamente. Nello stesso Mondiale poi è ancor più scandalosa la partita di Gijón, in cui Germania Ovest e Austria si accordano per l’1-0 che avrebbe fatto passare entrambi a discapito della meravigliosa Algeria di Madjer, che aveva vinto all’esordio assoluto proprio contro i tedeschi. A Italia ’90 torna in auge il motto “meglio due feriti che un morto” e all’ultima partita del girone 2 Argentina e Romania pareggiano per eliminare Russia o Camerun, e nel girone 6 Olanda e Irlanda con il pari fanno fuori l’Egitto. Tutto come previsto da Andreotti, o da Buffon, fate voi.