Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ha chiesto il giudizio per l’ad di F2i e per altre due persone con l’ipotesi di concorso in turbativa d’asta in relazione alla vendita da parte del Comune di Milano nel dicembre 2011 del 29,75% della società che gestisce gli aeroporti di Milano
Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ha chiesto il processo per l’ad di F2i, Vito Gamberale, e per altre due persone con l’ipotesi di concorso in turbativa d’asta in relazione alla vendita da parte del Comune di Milano nel dicembre 2011 del 29,75% della Sea. Il procuratore Chiesto il giudizio Mauro Maia, partner in F2i e per Behari Vinod Sahai, rappresentante della società indiana che aveva presentato un’offerta per l’acquisto delle quote che non fu ammessa perché venne presentata in ritardo.
Per l’accusa Maia “in concorso e previo accordo” con Gamberale, “colludeva con Sahai Vinod Behari”, procuratore speciale della società indiana Srei Infrastructure Finance Ltd, perché quest’ultima “si astenesse dal concorrere alla gara a evidenza pubblica indetta dal Comune di Milano” per l’acquisto di quasi il 30% di Sea. F2i alla fine si è aggiudicato per 385.000.001 euro (uno in più rispetto alla base d’asta) il pacchetto di azioni Sea.
L’inchiesta, che è una di quella al centro dello scontro tra Robledo e il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati e che è nell’incartamento che verrà trasmesso da palazzo dei Marescialli al pg della Cassazione, è nata da una telefonata del 14 luglio 2011 intercettata nell’ambito di un’indagine della procura di Firenze e trasmessa, assieme ad altri atti, a quella di Milano, nella quale l’amministratore delegato di F2i conversando con Mauro Maia, socio nel fondo per le infrastrutture, aveva parlato della possibile indizione di parte di Palazzo Marino del bando di gara e di un appalto “fatto su misura” per le esigenze del fondo. Il fascicolo, come lo stesso Bruti ha ammesso, è rimasto in cassaforte per tre mesi prima che venisse assegnato a Robledo.
In un incontro, avvenuto nella sededi F2i, il 12 dicembre 2011 “Mauro Maia mi ha invitato a non partecipare alla gara indetta dal Comune di Milano in data 17 novembre 2011, al fine di evitare una competizione” con il fondo aveva raccontato a verbale il 20 luglio 2012 Behari Vinod Sahai, il procuratore speciale della Srei. Vinod Sahai, allora non ancora indagato nell’inchiesta davanti alla Gdf aveva aggiunto: “Lo stesso (Maia, ndr) mi rappresentò che se non avessi partecipato alla gara, la società F2i, in un secondo momento, avrebbe ceduto alla Srei una quota compresa tra il 5 e il 7% delle azioni Sea, allo stesso prezzo di aggiudicazione”. “In merito all’offerta fattami da Maia, – prosegue il verbale depositato agli atti dell’indagine – il sottoscritto ha rifiutato”, in quanto avrebbe spiegato di essere “passato da loro solo per una visita di cortesia e non per parlare di questi accordi”. Il manager della società indiana,sentito come testimone, ha ricordato di aver “rappresentato a Maia” in quell’incontro del 12 dicembre 2011, quattro giorni prima del deposito delle buste, “che la Srei non avrebbe fatto investimenti in Italia per una percentuale di acquisti di azioni così bassa, facendogli presente, invece, che era intenzionata a prendere la maggioranza della Sea. Dopo questa chiacchierata non ho avuto più incontri con soggetti di F2i”.
Cinque giorni dopo, il 25 luglio 2012, Vinod Sahai viene reinterrogato ma in qualità di indagato. E davanti all’aggiunto Robledo ha confermato “di aver rilasciato le dichiarazione in data 20 luglio 2012”, ma di volere precisarle. “Preliminarmente dichiaro che – riporta il verbale – quando mi sono visto con Maia e altre 6 o 7 persone, presso F2i, mi è stato chiesto di partecipare alla gara per l’acquisto di azioni Sea insieme a F2i, e in seguito, alla mia società sarebbe stata riconosciuta la possibilità di acquistare una percentuale di partecipazione societaria di Sea, che io ho giudicato in misura troppo bassa ed ho pertanto immediatamente declinato l’invito”. Maia però nega: ”Voglio ribadire di non aver mai chiesto al signor Vinod Sahai di non partecipare alla gara. Mi sono limitato a verificare se vi fossero condizioni per fare un’offerta comune ma ho potuto constatare che tali condizioni non vi erano, perché Sahai avanzava richieste da parte nostra non accettabili” ha spiegato lo scorso 19 giugno a verbale.