In conferenza dei servizi non c'è unanimità: la decisione sulla sede dello smaltimento sarà presa dal governo. Enrico Rossi: "Portarla a Genova è una sciocchezza ciclopica: è un viaggio di 5 giorni, facendo lo slalom tra le isole". Burlando: "Se il porto di Piombino fosse stato pronto saremmo stati zitti". Galletti esulta, ma i suoi funzionari pongono una sfilza di nuove prescrizioni alla Costa: "Tre navi a trainare? Insufficienti"
Toccherà al governo lunedì prossimo, 25 giugno, decidere dove sarà trasferito e smaltito il relitto della Costa Concordia. La Conferenza dei servizi che avrebbe dovuto dare il via libera al trasferimento a Genova non ha trovato l’accordo: hanno votato no la Regione Toscana e la Provincia di Grosseto. I sì a favore di Genova sono stati 17, incluso il Comune dell’Isola del Giglio. Il governo per il momento festeggia: “Oggi è stato raggiunto un risultato importante per il Paese – dice il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – La Concordia verrà smaltita in Italia. Un obiettivo al quale ho lavorato fin dall’inizio”. Ma la notizia è lo scontro diventato ormai aperto tra i presidenti delle Regioni Liguria e Toscana in cui si trovano i porti che hanno gareggiato fin qui per “conquistare” i lavori per le operazioni di smantellamento della nave naufragata al Giglio nel gennaio 2012 (sciagura che provocò 32 morti). “Quanto è successo è gravissimo – dice Enrico Rossi – si vuole rischiare cinque volte di più nel trasporto del relitto verso Genova, quando Piombino è a un giorno di navigazione”. Replica Claudio Burlando: “Se il porto di Piombino fosse stato pronto ad accogliere la Concordia la Liguria e Genova sarebbero state zitte, non si sarebbero fatte avanti”. Rossi controribatte: “Sul porto di Genova avrei una sequela di cose da dire e al presidente della Liguria direi volentieri che ognuno pensi ai suoi porti. Taccio però perché ognuno ha il suo stile”. Qui dentro si inserisce anche Costa Crociere che definisce una alternativa non valida la soluzione di Piombino “a causa dei ritardi sostanziali nelle operazioni di adeguamento del porto”. L’amministratore delegato Michael Thamm aggiunge tra l’altro che la rimozione a questo punto è possibile entro tre settimane cercando così di indebolire la battaglia di Rossi. Il presidente della Regione Toscana spiegava infatti di essersi detto disponibile a votare per Genova “a condizione che il 20 luglio, un giorno prima del rigalleggiamento della Costa Concordia, la conferenza dei servizi facesse un sopralluogo per verificare se il porto di Piombino sarebbe stato pronto a settembre, ma neanche questa subordinata é stata presa in considerazione”.
In questo polverone cerca di dare una lettura il sindaco di Piombino Massimo Giuliani (eletto a fine maggio, ma già assessore del suo predecessore). “Mi appello affinché si capisca che lo ‘scontro’ istituzionale sulla questione Concordia non è una casualità, ma è il tentativo di far comprendere le ragioni di un territorio, quello toscano, e quelle dell’abbattimento di un serio rischio ambientale”. E sottolinea: “Mi aspetto che Stato e Governo – ha proseguito Giuliani – si assumano la responsabilità, non delegando ad altri, per ragioni economiche o di altro tipo, la decisione sulle sorti di una vicenda che è diventata un emblema negativo e che potrebbe trasformarsi in un ulteriore disastro”. Piombino sta lavorando da tempo per trasformare le banchine, per giunta ricordando la crisi nera delle acciaierie.
Rossi: “Portarla a Genova è una sciocchezza ciclopica”
Ma la Conferenza dei servizi, per motivi diversi, ha votato a larga maggioranza per Genova. Come vuole Costa: “Il trasferimento e successivo smaltimento del relitto a Genova è l’unica soluzione idonea in Italia” ribadisce Thamm. Ma i toscani picchiano più e più volte sul rischio che il viaggio dal Giglio a Genova può comportare. Il governo, insiste Rossi, ora dovrà calcolare il “rischio di fare una figuraccia mondiale”. “Il Consiglio dei ministri – continua il presidente della Toscana – deve fare una valutazione su tante cose, anche il rischio di andare per mare per 5 giorni, facendo lo slalom tra le isole e rischiando di inquinare il Santuario dei cetacei“. Secondo Rossi “per noi è un rischio enorme e una sciocchezza ciclopica. Io ho chiesto almeno che il giorno prima del rigalleggiamento si faccia un sopralluogo a Piombino, per verificare se il porto può essere pronto a Piombino. Andare a Piombino il rischio sarebbe infinitamente minore, dato che dal Giglio è raggiungibile in un’ora di navigazione”. Adesso, ha concluso, “c’è tanta fretta, speriamo che facciano tutto bene ma al posto del governo sentirei il rischio di fare una figuraccia a livello mondiale“. Insomma: lasciare Costa Crociere libera di scegliere dove portare la Concordia “è un errore perché non si applica il principio di precauzione e di tutela dell’ambiente”. La Concordia sarà in grado di galleggiare in una stagione propizia dal punto di vista della meteorologia, è il ragionamento emerso in Conferenza dei Servizi, e conviene perciò approfittare della concomitanza favorevole. Aspettare fino a settembre per vedere se il porto di Piombino sarà pronto per accogliere la Concordia potrebbe mettere a rischio lo spostamento per avverse condizioni meteo marine. “Genova e la Liguria – conclude Burlando – si sono impegnate a fondo per presentare al Paese una proposta completa dal punto di vista tecnico e di grande qualità grazie a un cluster di aziende e di enti ad alta professionalità. Cosa che ci è stata riconosciuta da tutti, compresa la protezione civile”.
Il governo “soddisfatto”. Eppure fissa nuove prescrizioni: “Piano inadeguato”
Il ministero ha già posto una serie di prescrizioni al progetto di rimozione della Concordia. Nel viaggio verso Genova, per esempio, la Concordia dovrebbe essere scortata da più navi di quelle previste da Costa, in modo da garantire maggiore sicurezza e rispondere tempestivamente ad eventuali fuoriuscite di sostanze inquinanti. Divise in 5 gruppi a seconda della fase (rigalleggiamento, rimorchio, bonifica, danno ambientale, riciclaggio), le prescrizioni partono dal presupposto che si debba “tutelare” l’ecosistema marino. In particolare, per prevenire l’inquinamento marino nella fase di rigalleggiamento andrebbero rimosse “le acque interne contaminate, in particolare oleose, con lo smaltimento a terra” e compiuto “un monitoraggio in continuo con campionamenti eseguiti” dall’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) e dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Toscana (Arpat). Per la fase di rimorchio “il progetto di trasferimento non sembra adeguato“: viene suggerito un potenziamento delle misure. In particolare per il recupero di prodotti oleosi “le panne previste, già gonfiate”, dovrebbero essere rimorchiate da “due battelli specializzati” ai lati; in caso di necessità un terzo battello potrebbe poi disporle.
La Concordia dovrebbe essere scortata da due imbarcazioni ad almeno 250 metri e da una terza a circa 300. Comunque le tre navi sono “numericamente insufficienti“: il ministero ne suggerisce altre due per “potenziare” la risposta “in caso di inquinamento massivo”. Si devono “evitare possibili effetti transfrontalieri verso le acque francesi” a causa delle ‘spinte’ delle correnti marine verso la Corsica. Il ministero suggerisce anche di integrare i mezzi navali con radar anti-inquinamento, skimmer a spazzola e la sorveglianza aerea e satellitare della Guardia costiera. Le stesse “garanzie” anti-inquinamento vanno “replicate” durante lo spostamento del relitto dal porto di Genova-Voltri al superbacino.
Ma la rimozione della Concordia non comporterà l’eliminazione del danno ambientale, secondo il ministero: per questo è “necessaria in primis la completa bonifica dell’area di cantiere al Giglio e successivamente l’adozione di molteplici misure di ripristino ambientale, nonché di riparazione complementare e compensativa” del danno ambientale, che sarà quantificato da un’analisi dell’Ispra, e che è “nella esclusiva responsabilità di Costa Crociere”. Dovrebbe esser poi prevista la presenza a bordo di osservatori esperti, che precedano di 500-600 metri il relitto, per l’avvistamento di mammiferi marini ed evitare il rischio di urtare balenottere o capodogli.