Era stato ferito a colpi di pistola il 3 maggio scorso a Roma prima della gara tra il Napoli e la Fiorentina. L'uomo è morto "per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali", si legge in una nota del policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverato. Il sindaco De Magistris: "A Napoli lutto cittadino. Comune si costituirà parte civile al processo". Marino: "Morte Ciro notizia devastante". Intanto il presunto omicida è stato trasferito per ragioni di sicurezza
È morto questa mattina alle 6 Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito il 3 maggio scorso a Roma prima della finale di Coppa Italia tra al squadra partenopea e la Fiorentina. Lo si apprende dal policlinico Gemelli dove il tifoso era ricoverato nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni ieri si erano aggravate lasciando poche speranze di sopravvivenza. Intanto Daniele De Santis, il presunto omicida, è stato trasferito per motivi di sicurezza nella struttura protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo. De Santis si trovava in stato di arresto presso il Policlinico Umberto I di Roma.
Esposito è morto “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”, spiega in una nota Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, dove il tifoso era ricoverato da 54 giorni. I parenti e gli amici sono riuniti all’esterno del pronto soccorso del Policlinico, attiguo al reparto Rianimazione dove il giovane tifoso del Napoli è deceduto. Ci sono la madre, Antonella Leardi, il padre Giovanni, la fidanzata Simona e un’altra ventina di persone tra familiari e amici. La salma è stata trasferita al Policlinico Umberto I, dove verrà effettuata l’autopsia. Il Comune di Napoli provvederà all’allestimento della camera ardente per Ciro Esposito nell’auditorium di Scampia. I funerali si terranno a Napoli tra venerdì e sabato.
Ciro avrebbe detto ai parenti: “Mi ha sparato De Santis”
Esposito conversando con le persone che sono andate a trovarlo durante la sua lunga degenza al Policlinico Gemelli, potrebbe aver riconosciuto in Daniele De Santis, l’uomo detenuto a Regina Coeli in quanto ritenuto colui che sparò al gruppo di supporter napoletani il suo aggressore. È quanto vogliono accertare gli investigatori e i pubblici ministeri capitolini. “Mi ha sparato lui”, avrebbe detto il giovane ad alcuni suoi familiari che gli mostravano foto di De Santis. I parenti che hanno ricevuto la confidenza saranno sentiti dalla Digos di Roma. Il magistrato e gli investigatori avevano in programma l’interrogatorio di Esposito su questo punto dell’inchiesta ma la morte avvenuta stamattina li ha costretti a far riferimento a chi possa aver raccolto informazioni da lui.
Cambia l’accusa per De Santis: omicidio volontario
Con la morte di Esposito cambia, aggravandosi, la posizione di De Santis. Non più tentato omicidio, ma omicidio volontario: questa la nuova ipotesi di reato contestata all’ex ultrà romanista. Il pm, Eugenio Albamonte, titolare dell’inchiesta giudiziaria, dovrà oggi, tra l’altro, nominare il medico legale al quale sarà affidato l’incarico di eseguire l’autopsia su Esposito.
Rischio scontri, questure di Roma e Napoli in contatto
Le questure di Roma e Napoli sono in contatto per monitorare la situazione legata a possibili arrivi di ultrà partenopei a Roma. Si temono raid e vendette tra ultrà. Per questo, anche se al momento non si segnalano arrivi neanche di tifosi isolati a Roma, resta l’allerta per le forze dell’ordine. Anche per questo la salma di Ciro Esposito è arrivata all’Istituto di Medicina legale della Sapienza accompagnata da una staffetta delle forze dell’ordine.
Ultrà napoletano: “Ora può succedere del tutto”
“Ora può accadere di tutto”. A parlare è Sasà Capobiondo, appartenente ai gruppi del tifo organizzato del Napoli, che si trova all’autolavaggio a Scampia gestito dalla famiglia Esposito. “Rispetto l’appello dei familiari – dice – ma non so come reagirò quando vedrò un tifoso della Roma che si comporta come ha fatto De Santis”. Parla di odio e spiega però che questi sentimenti “non sono per i tifosi romanisti in generale, ma per chi si macchia di simili gesti”. Alle istituzioni e forze dell’ordine che hanno gestito l’ordine pubblico in occasione della partita dà “zero in condotta”. “Siamo stati lasciati soli – conclude – quando siamo arrivati a Roma non c’era neanche un vigile urbano“.
La famiglia: “Oggi non è gradita la presenza delle istituzioni”
“Alle 6 di questa mattina dopo un calvario durato 50 giorni si è’ spento il nostro Ciro, un eroe civile. Quel maledetto 3 maggio il nostro Ciro é intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio. Il nostro Ciro ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio; é morto per salvare gli altri. Chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte”. Comincia così l’appello della Famiglia Esposito per chiedere giustizia per Ciro.”Daniele De Santis (l’uomo che secondo l’accusa avrebbe aperto il fuoco contro il tifoso napoletano, ndr) non era solo. Vogliamo che vengano individuati e consegnati alla giustizia i suoi complici. Vogliamo che chi – ribadiscono – nella gestione dell’ordine pubblico, ha sbagliato paghi. Innanzitutto il prefetto di Roma che non ha tutelato l’incolumità dei tifosi napoletani. Chiediamo al presidente del Consiglio di accertare le eventualità responsabilità politiche di quanto accaduto – continua la nota diramata dalla famiglia – nessuno può restituirci Ciro ma in nome suo chiediamo giustizia e non vendetta. Oggi non è gradita la presenza delle istituzioni che si sono nascoste in questi 50 giorni di dolore”.
Lo zio: “Questore e prefetto di Roma devono dimettersi”
“Speriamo di riportarlo a casa presto – spiega Enzo, lo zio del giovane – stiamo lavorando per poter accelerare i tempi e ripartire per Napoli”. Bisogna avere però l’autorizzazione visto che c’è un’inchiesta in corso e potrebbe essere richiesta un’autopsia. “Mi aspettavo un po’ di vicinanza in queste settimane da parte delle istituzioni, ma non è mai arrivata salvo qualche eccezione come il sindaco di Napoli De Magistris” e ha ribadito: “Questore e prefetto di Roma devono dimettersi“.
De Magistris: “Lutto cittadino. Comune si costituirà parte civile”
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris proclama il “lutto cittadino”. “Proclamiamo il lutto cittadino – spiega de Magistris – per Ciro, per i familiari, per il nostro popolo. Per dire no al binomio calcio-violenza”. “La città è profondamente colpita dal lutto e lo sono anche io personalmente – ha detto de Magistris – è una vicenda triste e drammatica. La città si stringe attorno ai familiari”. “Vogliamo giustizia, se c’è qualcuno che ha sbagliato paghi – ha detto il sindaco – se da un lato diciamo ‘nò alla vendetta, dall’altro diciamo anche ‘sì’ alla giustizia. Chiediamo alla magistratura romana di ricostruire nel dettaglio quella giornata drammatica e chiediamo al Governo di accertare le responsabilità, qualora esistenti, sull’ordine pubblico apparso assolutamente carente”.
Il Comune di Napoli, inoltre, si costituirà parte civile nel processo a carico dei responsabili della morte di Esposito. “Napoli in questa vicenda è stata particolarmente lesa, ho trovato vergognoso come nei giorni successivi la città sia stata messa sul banco degli imputati. Napoli difende i suoi cittadini”, ha spiegato il sindaco Luigi De Magistris. “Napoli – ha aggiunto – si è sempre schierata, da quando sono sindaco, dalla parte dei cittadini in tutti i processi in cui un cittadino e Napoli sono stati danneggiati. Con la morte di Ciro è morta nei sentimenti tutta la città. Ho trovato vergognoso certe operazioni mediatiche e politiche”.
Il legale: “Chiediamo il lutto nazionale, lo Stato ha fallito”
“Chiediamo che sia proclamato il lutto nazionale”, scrive Angelo Pisani, difensore della famiglia Esposito e presidente dell’Ottava Municipalità di Napoli, comprendente il quartiere in cui Ciro lavorava all’autolavaggio, a Scampia. “La morte di Ciro -spiega il legale- rappresenta il fallimento di uno Stato che aveva il dovere di tutelare i cittadini e le manifestazioni sportive in generale. Tutto questo non è avvenuto e a rimetterci la vita è stato un ragazzo innocente, che da oggi in poi sarà il nostro eroe”. “Aspettiamo – conclude Pisani- di poterlo onorare per l’ultima volta con una cerimonia che convocheremo presso l’Auditorium di Scampia, perché tutto il quartiere possa stringersi intorno a Ciro e alla sua famiglia, che rappresentano dinanzi a tutta l’Italia i valori positivi di Napoli“.
Scontri a Roma, Esposito raggiunto da colpi di pistola
Esposito era stato ferito il 3 maggio a Roma. Durante scontri scoppiati con ultrà romanisti nella zona di Tor di Quinto prima della gara tra il Napoli e la Fiorentina, l’uomo era stato raggiunto da diversi colpi di pistola un dei quali, entrato dal torace, è arrivato alla colonna vertebrale. Per l’accaduto era finito in manette Daniele De Santis, detto “Danielino” o “Gastone”, ex ultrà giallorosso proveniente dall’estrema destra, titolare di un chiosco nelle vicinanze del luogo in cui si sono verificati i tafferugli. Secondo gli inquirenti, l’ultrà romanista ha fatto fuoco in direzione di alcuni tifosi del Napoli, tra cui Esposito, nel corso di una rissa scoppiata dopo che De Santis, assieme ad altre tre persone ancora da identificare, aveva provocato alcuni tifosi del Napoli a bordo di un bus con lanci di oggetti e fumogeni.
Chi era Ciro Esposito
Un ragazzo di 31 anni, Ciro, con la passione per il calcio e il suo Napoli. Era aiuto infermiere, aveva due fratelli e una fidanzata, Simona. Lavorava nell’azienda familiare, un autolavaggio, insieme ai suoi fratelli, sulla cui cancellata oggi è stato apposto un drappo nero, in segno di lutto. Viveva a casa, con mamma e papà. Per seguire una delle trasferte del Napoli, il 3 maggio era partito da Scampia, come aveva fatto altre volte, insieme agli amici, per quella che doveva essere una festa del calcio. Arrivato a Roma sperando in una vittoria in finale di Coppa Italia, all’Olimpico non è riuscito neanche a mettere piede.
Benitez: “Una morte che non ha senso”
“La morte di Ciro Esposito è qualcosa di drammatico, ingiustificabile, terribile… Un giovane non può perdere la vita mentre s’incammina allo stadio per vedere la sua squadra. Non ha senso”. E’ il messaggio di cordoglio che Rafa Benitez, allenatore del Napoli, affida al suo sito web. “Dove sta andando il calcio e ciò che lo circonda? A quale limite lo stiamo portando? Questo – prosegue Benitez – non dovrà succedere mai più, mai. Bisogna trovare i mezzi per sradicare assolutamente fatti come questi dal panorama del calcio e dal mondo dello sport”.
Lotito: “Morte che ci spezza il cuore, Lazio vicina a famiglia”
“La morte di Ciro Esposito ci spezza il cuore. In questo giorno di lutto la società Sportiva Lazio è vicina alla famiglia e ai suoi cari, cui va tutta la nostra vicinanza”. Lo dichiara il presidente del club biancoceleste, Claudio Lotito. “Dopo l’ennesimo dramma consumato in occasione di un evento sportivo – prosegue – è altrettanto opportuno che le forze politiche ed istituzionali s’incarichino ora di elaborare un pacchetto di misure affinché gli stadi tornino ad essere luoghi sicuri e di partecipazione positiva, lontani anni luce dai messaggi di odio e di vendetta, da cui la stessa famiglia di Ciro ha preso nettamente le distanze”.
Marino: “Morte Ciro notizia devastante”
“È una notizia devastante. Come medico, sindaco e uomo non è accettabile l’idea che una persona possa giungere in una città per partecipare a una serata di gioia e tutto questo si concluda con violenza, addirittura una sparatoria. Una giovane vita spezzata mi lascia senza parole”. Così il sindaco di Roma Ignazio Marino commentando la morte del tifoso napoletano Ciro Esposito. “Personalmente questi sono i sentimenti che provo – aggiunge – e porto tutta la vicinanza mia e della città alla famiglia”.