Emilia Romagna

Furti a Modena e dintorni: un comunicato che è una resa

Riportiamo, qui sotto virgolettato un recente comunicato stampa del Comune di Modena: “La notte scorsa ne sono state rubate 11 già sostituite con modelli antifurto. Da inizio 2013 al 18 giugno ne sono sparite 89. Le buche sono un pericolo per i passanti. Si moltiplicano i furti di griglie delle caditoie per lo scolo delle acque meteoriche in città e il Comune di Modena invita tutti i cittadini a porre attenzione e a segnalare eventuali nuove situazioni. Le griglie sono fatte di ghisa, un materiale ricercato per le sue caratteristiche speciali e i furti avvengono prevalentemente di notte, lasciando buche a lato delle strade che possono diventare pericolose per l’incolumità dei passanti. Il monitoraggio da parte del settore è costante, ma per la tempestività degli interventi è fondamentale anche la collaborazione dei cittadini. Complessivamente, dal primo gennaio 2013 al 18 giugno 2014 sono state 89 le griglie rubate, per un costo di circa 45 mila euro, con una decisa tendenza all’aumento: se nell’intero 2013 le griglie rubate sono state 28, nei primi sei mesi del 2014 se ne contano già 61.”

Dopo i furti di benzina, di pannelli solari, di rame nelle ferrovie e nei cimiteri, ci mancava solo questo. Episodi che sono anche, in parte, un sintomo della scarsità di risorse: ci sono più minerali nelle nostre case, strade, fabbriche ecc che nelle miniere. Qualcuno dice che le discariche saranno le miniere del futuro. A questo ci sta portando questa economia del consumo futile, inutile e smisurato. Crediamo che questo comunicato, oltre ad essere una chiara dimostrazione di resa, sia lo specchio di quello che sono diventate ora le nostre città, anche quelle che, ai bei tempi, erano le splendide e vivibili città emiliane. Troppa gente senza arte né parte; troppa gente che deve (o vuole) vivere di espedienti per campare.

Un sistema repressivo inesistente: il 95% dei reati resta impunito. Un sistema punitivo inesistente: tra condizionale, arresti domiciliari, lavori socialmente utili, amnistie, chi commette reati di piccolo/medio livello, che sono quelli che colpiscono la quotidianità, non rischia praticamente nulla. Se poi è straniero, o ancor di più clandestino, l’Italia è una pacchia. E’ tardi per fare appello al senso civico dei cittadini, quando negli ultimi anni, si è fatto di tutto, nonostante le belle parole, per distruggerlo: distrutto il piccolo commercio a favore della grande distribuzione spesso collocata fuori dai margini dei centri abitati; distrutta la mobilità sostenibile a favore della mobilità automobilistica; due elementi che aiutavano a fare comunità. Distrutti o, peggio svuotati, tutti gli organismi di partecipazione. Parrocchie e sedi decentrate dei partiti in difficoltà. L’integrazione sociale degli stranieri, nonostante belle parole e buoni propositi, è decisamente difficoltosa; salvo la scuola, è difficile trovare altri luoghi di integrazione; spesso religione diversa, sindacati e partiti poco appetibili, luoghi di aggregazione diversi; insomma, ognuno chiuso nel guscio protettivo della propria comunità. Quale sarà il prossimo appello ai cittadini modenesi? Attenti che non vi rubino la sedia da sotto al sedere?