La sorella del nuovo re Felipe VI rischia fino a undici anni di carcere nell'ambito dell'inchiesta sul caso Noos, che vede il marito Inaki Urdangarin come principale indagato. Secondo El Mundo la procura si prepara a contestare la decisione. Ma il caso è fonte di imbarazzo per la monarchia, che dopo l'abdicazione di Juan Carlos in favore del figlio tenta di recuperare credibilità
L’ex Infanta Cristina, sorella del nuovo re di Spagna Felipe VI, sarà processata con l’accusa di frode fiscale e riciclaggio di capitali insieme al marito, Inaki Urdangarin. Lo ha deciso il tribunale di Palma di Maiorca responsabile delle indagini contro la secondogenita di Juan Carlos di Borbone. , iniziate nel 2010. La principessa, se giudicata colpevole, rischia fino a undici anni di carcere. Cristina era già comparsa in tribunale a febbraio – una prima assoluta per un membro della famiglia reale – per essere interrogata nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto caso Nòos, che ha il marito come principale indagato. L’accusa è di malversazione e appropriazione indebita di circa 5,8 milioni di fondi pubblici concessi alla Fondazione Noos per la promozione dello sport. L’ente era presieduto dal marito di Cristina, ex campione olimpionico di pallamano.
La decisione del giudice è arrivata sei giorni dopo l’incoronazione di Felipe VI, che ha il compito di ridare smalto e credibilità alla monarchia appannata proprio dagli scandali che hanno coinvolto la principessa ma anche il padre, Juan Carlos, negli ultimi mesi. Con la salita al trono del fratello Felipe, comunque, Cristina ha perso il titolo di Infanta e non fa più parte della famiglia reale, che formalmente comprende solo i genitori, la moglie e i figli del monarca. Esclusa dagli appuntamenti ufficiali fin dal 2011, non era presente alla proclamazione di Felipe, a differenza della sorella Elena. Tuttavia rimane sempre un parente stretto del re e la sua vicenda continua ad essere fonte d’imbarazzo per la monarchia.
Nei giorni scorsi il quotidiano El Mundo aveva però anticipato che la procura si prepara a contestare la decisione del giudice Josè Castro. Come aveva già fatto una prima volta, ottenendo l’annullamento dell’incriminazione. Urdaganrin potrebbe poi proclamarsi unico colpevole, esonerando la moglie. E la procura potrebbe appoggiarsi su questa dichiarazione per contestare il coinvolgimento di Cristina.