Ancora un sequestro di materiale in Fondazione Carige. L’ennesimo, se si contano quelli relativi a documenti della banca ligure che in Fondazione non avrebbero dovuto esserci. Questa volta si tratta dell’operazione Ior, che vede coinvolte banca e Fondazione. Gli inquirenti infatti stanno seguendo le indicazioni degli ispettori di Bankitalia che nel 2013 fecero pelo e contropelo alla precedente gestione Carige, a partire dai prestiti milionari a personaggi in dichiarata sofferenza.
L’operazione Ior ha profili ancora non del tutto chiari, nonostante le parole dello stesso ex numero uno dell’istituto, Giovanni Berneschi che, quando ancora poteva parlare liberamente al telefono, affermava: “Lo Ior? Non puoi regalare da 7 a 9 milioni al Papa. No, non c’entra il Papa, a Bertone”. Al cardinal Tarcisio Bertone al cui entourage proprio la Fondazione elargì, si dice, somme considerevoli per alcuni dvd sulla Bibbia. Era il 2010 quando banca Carige emise un prestito convertibile per 400 milioni e la Fondazione aderì per oltre 32 milioni rendendo disponibili i diritti a favore anche dello Ior che sottoscrisse per 100 milioni. L’istituto però rinunciò a convertire le sue obbligazioni e quindi la Fondazione le ricomprò nel 2011. Scrivono gli ispettori di Bankitalia che “la Fondazione aveva ceduto i diritti per sottoscrivere un’obbligazione convertibile Carige nel febbraio 2010”. Nel luglio 2011 “la Fondazione ha acquistato tali obbligazioni utilizzando liquidità fornita da Banca Carige e un security lending di 50 milioni con Mediobanca, con pegno sul 7% delle azioni, appesantendo la propria posizione finanziaria”.
Dunque la domanda è: come è stata postata questa operazione nei bilanci? Intanto, i nuovi vertici della Fondazione hanno annunciato che l’ente, con l’autorizzazione ricevuta dal ministero dell’Economia “sottoscriverà nei prossimi giorni l’aumento di capitale di Banca Carige per la sua quota del 19%”. L’impegno nella ricapitalizzazione da 800 milioni ammonta a circa 152 milioni di euro. Anche l’amministratore delegato di Banca Carige, Piero Montani, ha sottoscritto azioni nell’ambito dell’aumento di capitale per 523.450 euro. E’ quanto emerge dalle comunicazioni di internal dealing di Borsa Italiana. Montani ha sottoscritto 5.234.505 nuove azioni di Banca Carige al prezzo di 0,1 euro l’una.