Ieri ho deciso di uscire prima dall’ufficio e avendo controllato gli orari degli autobus Atac direzione Laurentina, mi sono mossa in tempo per non rischiare di perdere la corsa che tranquillamente mi avrebbe portato a destinazione e da dove poi avrei dovuto prendere un secondo mezzo per Latina. Il sito della compagnia di trasporti diceva che ne sarebbe partito uno, il capolinea è a due passi, alle 17,21 e un altro alle 17,36 circa. Ero lì in anticipo decisa a non perderlo soprattutto per non farmela a piedi. Ma non è passato né l’uno né l’altro. Può capitare che una corsa salti, ma se ne saltano due qualcosa non funziona di certo. Soprattutto se la partita della nazionale sta per essere giocata…
Comunque sia sono riuscita ad arrivare lo stesso a Laurentina in tempo per la diretta per Latina. Se già mi aveva fatto disperare l’Atac, con il Cotral non ci siamo andati certo lisci. Da tempo non funzionano neanche i display, profumatamente pagati, che segnalano e indicano “approssimativamente” orari e fermate.
Comunque lo so, la partenza della diretta per Latina è tutti i giorni alle 18. Un responsabile ci avvisa che “causa normative Cee” l’autobus sarebbe partito alle 18,15. Le normative Cee sono quelle cose che fanno saltare i nervi ai viaggiatori, perché dicono, queste normative, che dopo 4 ore e mezza di guida, l’autista si deve riposare per tre quarti d’ora. Ora viaggiare in una provincia per 4 ore e mezza ce ne vuole, a meno che non ci sia un incidente… ma sai! Vabbé. Se parte dopo un quarto d’ora ti metti l’anima in pace, anche se non fai i salti di gioia sapendo che devi stare in piedi (le sale d’aspetto sono lontane e non utilizzate, quindi devi aspettare al freddo o al caldo a seconda della stagione). Il plexiglass di copertura per fortuna ti salva dalla pioggia. Un quarto d’ora è poca cosa, direte voi, sì, ma non in quelle condizioni.
Le ironie comunque non sono mancate dato che la partita cominciava alle 18. Decidi che non ti devi arrabbiare e adotti la filosofia zen. Ma qualcuno più arrabbiato di te che la mattina era incappato anche nel guasto della metro B, che ha dovuto evacuare al buio di una galleria, chiama i carabinieri per metterli al corrente che il servizio degli autobus non era regolare. E sapete che rispondono questi? Di chiamare il numero verde del Cotral. Diciamocelo su… siamo il Paese del gatto che si morde la coda.
Guardiamo l’orologio! 18,14… 18,15… dell’autobus neanche l’ombra. Il nervosismo sale e i responsabili del gabbiotto che avevano dato per certo la partenza, non sanno che pesci prendere. Vanno avanti e indietro e sembrano mortificati. L’autobus è al parcheggio di sotto e non sale, intanto in orario parte quella per Terracina. 18,20… 18,24… ancora niente. Tutti cominciano a smaniare e innervosirsi. Finalmente alle 18, 30 arriva, carica e riparte tra gli insulti dei viaggiatori. Ma tanto… a chi importa?
La vita del pendolare già è dura di suo, se poi ci si mettono anche le partite a rallentare i servizi da terzo mondo, diventa tutto un inferno. E a Roma lo è!